Questa moneta tanto ambita dai collezionisti può valere migliaia di euro: scoprire di averla significa possedere un vero e proprio tesoretto.
Come andare in vacanza senza spendere un euro? Cercando tra le tasche delle vecchie giacche o su qualche antico salvadanaio. Alcune vecchie monete, infatti, hanno un valore storico-culturale che può portarle a stime che superano l’immaginario collettivo. Ebbene sì, oggetti per molti insignificanti, se non per un valore affettivo, si rivelano un vero e proprio tesoretto per collezionisti ed amanti di numismatica. Ma cosa rende una moneta altamente valutata? Dipende. In primo luogo, ad alzare il valore è sicuramente il periodo storico di coniazione, nonché la sua rarità; dopodiché a rendere preziosa una moneta potrebbe essere un errore di conio, ossia un difetto di stampa durante la produzione. Sì anche ad edizioni limitate.
Se il tutto viene condito con un ‘fior di conio’, ossia la definizione che viene attribuita alle monete in perfetto stato di conservazione, la vacanza è assicurata. Nel caso in questione si tratta di una lira rara quanto estremamente preziosa.
Il potere di questo mercato non sembra avere limiti. Il collezionismo può spingersi oltre l’immaginario, anche a raggiungere cifre elevate. Questo è il caso Delle 500 lire del 1957 ‘Caravelle’, coniate per la prima volta nel 1957. Si tratta di esemplari rari, poiché furono le prime monete da 500 lire realizzate in argento. Il nome deriva dal fatto che raffigurano le tre navi storiche di Cristoforo Colombo (Nina, Pinta e Santa Maria), in un’immagine che le mostra come pronte a salvare verso ‘il nuovo mondo’. Insomma, il valore storico è indiscutibile, ma a rendere il tutto ancora più affascinante è la moneta che ritrae la scritta ‘Prova’.
Questa sigla, infatti, rappresenta anch’essa una storia della Repubblica Italiana. Fu il Ministro del Tesoro Giuseppe Medici a decidere di farle coniare alla Zecca di Roma. Il disegno sul davanti delle monete fu scelto da Pietro Giampaoli, che optò per un busto femminile circondato da stemmi di città italiane, mentre sul retro ci fu un dibattito. Alla fine, Guido Veroi propose di raffigurare le tre caravelle che scoprirono l’America.
Ma c’era una controversia sul modo in cui le bandiere erano disposte sulle navi. Dopo un po’ di discussione, si decise di cambiare il disegno in modo che le bandiere fossero posizionate come sempre. Quindi, le prime monete di prova con le bandiere ‘a rovescio’ diventarono pezzi rari, molto ricercati dai collezionisti.
Tanto che, come si legge sulla casa d’asta pandolfini.it, tale moneta conservata in condizioni ottimali, è stimata dai 5mila euro agli 8mila euro; tuttavia, su Ebay è presente ad una cifra che supera addirittura i 10mila euro. Da non sottovalutare neanche gli esemplari senza la scritta prova e coniati in annate vicine: possono valere anch’essi intorno ai 2mila euro.
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