L’UE ha deciso di sfruttare una nuova arma per il contrasto all’evasione fiscale: ora tutti i contribuenti saranno controllati.
Anche il fisco si apre alle nuove tecnologie. Ora per l’UE è infatti possibile, dunque legalmente ed eticamente corretto, sfruttare l’intelligenza artificiale contro l’evasione fiscale. Ne consegue che tutte le amministrazioni potranno utilizzare l’AI a fini fiscali. Ma anche doganali. Oppure per contrastare il riciclaggio del denaro sporco.
La questione era spinosa. La UE ha infatti deciso tempo fa di limitare l’uso delle AI nel settore della sicurezza e della repressione, per non ledere i diritti civili basilari dei cittadini e non creare problemi di privacy. In questo senso, le polizie degli Stati membri non possono avvalersi dell’intelligenza artificiale per contrastare il crimine, come succede invece in altri Paesi del mondo.
Il limite nasce da una tutela, prevista per evitare un danno alla vita quotidiana e alla privacy. Ma, a quanto pare, non reggerà quando si parla di contrasto ai reati fiscali. Per combattere l’evasione l’UE ha già approvato una bozza che apre all’uso delle AI in materia di analisi fiscale.
Il fisco potrà quindi tranquillamente utilizzare l’intelligenze artificiale per stanare gli evasori. Questo perché, per l’UE, il sistema fiscale, il contesto doganale e la lotta al riciclaggio del denaro sporco sono tre aree dove le tecnologie “non dovrebbero essere classificate come sistemi di IA ad alto rischio utilizzati dalle autorità di contrasto a fini di prevenzione, accertamento, indagine e perseguimento di reati“.
La direttiva è collegata al futuro regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act) approvato qualche giorno fa dal comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione Europea. Il comitato, chiamato Coreper I, è il principale organo preparatorio del Consiglio UE.
L’UE apre all’utilizzo delle AI per contrastare l’evasione fiscale
Il testo in questione deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio, ma l’impressione è che non ci saranno ostacoli, dato che il contenuto della bozza di direttiva viene fuori dopo lunghi negoziati tra Consiglio, Parlamento e Commissione.
Il tema degli usi dei sistemi di AI è assai importante, soprattutto dal punto di vista etico: c’è chi teme che lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale possa portare a derive distopiche dove l’uomo possa appaltare del tutto al freddo calcolo informatico la sorveglianza, l’arresto e l’indagine. Ci sono insomma in ballo i diritti fondamentali garantiti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Per i procedimenti fiscali, tuttavia, le forze di indagine e repressione dei reati economici potranno avvalersi di strumenti innovativi come le AI. Dunque, lo Stato potrà utilizzare l’intelligenza artificiale per scoprire chi siano gli evasori fiscali e combattere il riciclaggio di denaro sporco
Gli algoritmi analizzeranno tutti i big data relativi alle entrate e alle uscite dei contribuenti alla ricerca di comportamenti che sono stati definiti come fiscalmente a rischio. Com’è noto, definizione e potenziamento delle attività di analisi del rischio in materia fiscale sono obiettivi che l’UE ha inteso segnalare all’Italia come nuovi traguardi da raggiungere. Il nostro Paese deve adeguarsi, così come imposto in cambio dei fondi del PNRR.
Quindi anche in Italia arriveranno modelli e tecniche di analisi deterministica o probabilistica, che utilizzano e interconnettono fra loro i dati e le informazioni presenti nell’anagrafe tributaria o nelle altre banche dati pubbliche.