Bisogna sempre giustificare un trasferimento di soldi o esistono delle eccezioni? Vediamo quando siamo liberi di agire.
Il Fisco monitora ogni movimento di denaro ma quando e quale somma possiamo trasferire ad un parente o amico senza dover procedere con alcuna dichiarazione? La Legge impone dei limiti.
I soldi che abbiamo in banca sono nostri ma fino ad un certo punto. Non siamo liberi di usare i risparmi che accumuliamo come meglio crediamo. C’è sempre l’occhio del Fisco a monitorare versamenti, prelievi, bonifici in un’ottica di lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro. Nella rete dei controlli, però, cadono anche onesti contribuenti che vorrebbero solo gestire i soldi secondo le proprie esigenze. Ma questo non è possibile, si rischia di finire vittime di un accertamento fiscale e di dover giustificare il proprio operato per evitare accuse e sanzioni.
I cittadini, dunque, devono agire conoscendo i paletti imposti dal Fisco. Oggi capiamo quali sono le regole che disciplinano un trasferimento di denaro ad un familiare o amico senza dover dichiarare l’evento. Il passaggio di somme è facile grazie alle piattaforme digitali ma bisogna sapere quando si rimane entro la legalità e quando, invece, si rischiano controlli del Fisco.
Cosa sapere prima di trasferire soldi ad un familiare o amico
Se si utilizza il bonifico bancario o postale per trasferire fondi non c’è un importo massimo ma bisognerà fare attenzione ad inserire la corretta causale. Questa dovrà chiaramente indicare il motivo alla base dello spostamento di denaro. Scegliendo la strada dei contanti, invece, l’attuale limite previsto dalla Legge è di 5 mila euro. Per cifre più altre bisognerà necessariamente utilizzare un mezzo tracciabile come il citato bonifico oppure un assegno.
In generale la normativa stabilisce che in caso di trasferimento di denaro sia chi riceve che chi dona o presta soldi dovrà provare e giustificare l’operazione al Fisco qualora scattino gli accertamenti. E la documentazione attestante la legittimità dell’evento dovrà essere conservata per almeno sei anni. Fondamentale, come detto, la giusta causale da utilizzare nel bonifico. “Prestito personale”, “Regalo per la Laurea”, “Contributo per l’acquisto di un veicolo”, il messaggio dovrà arrivare chiaramente al Fisco per evitare controlli.
Se si dona denaro, poi, bisogna fare attenzione alle imposte applicate che variano in base all’importo e al grado di parentela. Tra parenti stretti (genitori e figli o coniugi) l’imposta del 4% scatta solo per cifre molto altre, sopra il milione di euro. La soglia scende per donazioni a fratelli (100 mila euro) mentre l’imposta sale al 6%.