Trump e la telefonata che ha scosso il mondo: ecco cosa sta per cambiare, i dettagli e le curiosità della vicenda
Una telefonata storica ha segnato un capitolo importante nelle relazioni internazionali a Taipei. Il 2 dicembre 2016, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha sollevato il telefono e ha contattato Tsai Ing-wen, presidente di Taiwan. Questo incontro, avvenuto per la prima volta dopo il 1979, ha scosso le fondamenta della diplomazia asiatica e ha avuto ripercussioni durature. Da quell’evento, le dinamiche con Pechino hanno cominciato a cambiare, in un contesto globale sempre più instabile.
Il contesto di questa telefonata è complesso. Gli Stati Uniti avevano interrotto ufficialmente i rapporti diplomatici con Taiwan nel 1979, riconoscendo la Repubblica Popolare Cinese come unica rappresentante della Cina. Tuttavia, la chiamata di Trump ha rappresentato un segnale forte e chiaro di sostegno a Taiwan, il quale ha colto l’attenzione non solo della Cina, ma dell’intera comunità internazionale. Xi Jinping, il leader cinese, ha ricevuto questa notizia come un affronto. Questo evento ha acceso una luce sui delicati rapporti in questo angolo strategico del mondo. Da quel giorno, le relazioni usa-cina si sono inasprite progressivamente.
Nei mesi e negli anni successivi a quella telefonata, si è creata una sorta di dinamica interessante tra Trump e Xi. Il presidente americano ha elogiato ripetutamente il metodo di governo autoritario di Xi, ma questa sintonia apparente non si è tradotta in una visione condivisa. Infatti, la relazione si è deteriorata velocemente, culminando in una guerra commerciale che ha avuto ripercussioni su scala globale. Trump ha messo nel mirino aziende simbolo della Cina come Huawei, colpendo duramente il fiore all’occhiello della tecnologia cinese e mettendo a rischio le catene di approvvigionamento. Questa tendenza ha suscitato preoccupazioni in tutto il mondo e ha cambiato per sempre il panorama geopolitico.
Joe Biden e la continuazione della strategia di Trump
All’inizio del 2021, Joe Biden è salito alla presidenza degli Stati Uniti, portando con sé una nuova agenda politica. Tuttavia, nonostante i cambiamenti nei modi e nella retorica, le politiche verso la Cina non hanno subito un ampio stravolgimento. Le sanzioni e le restrizioni che intendono proteggere gli interessi americani nelle catene di approvvigionamento continuano a essere in vigore e, in effetti, si sono intensificate. Le tensioni strategiche tra Stati Uniti e Cina hanno preso una direzione preoccupante, influenzate da eventi globali come la guerra in Ucraina e le visite ufficiali di figure politiche come Nancy Pelosi a Taiwan.
La situazione sembra complessa. Da una parte, ci sono le sanzioni che fanno tremare i mercati e, dall’altro, ci si chiede quale sarà il futuro dei rapporti tra Washington e Pechino. La domanda chiave riguarda il modo in cui gli eventi delle prossime elezioni americane potrebbero influenzare questa dinamica, in particolare per quanto riguarda un potenziale ritorno di Trump. Le relazioni tra Stati Uniti e Cina potrebbero quindi subire un’ulteriore influenza, e Taipei sta seguendo con attenzione ogni sviluppo.
Frizioni commerciali e opportunità strategiche
Le preoccupazioni aumentano in relazione alle possibili frizioni commerciali che potrebbero verificarsi. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha promesso dazi esorbitanti su numerosi prodotti cinesi, fino al 60%. Queste tariffe avrebbero un impatto devastante sul commercio, che potrebbe tradursi in una perdita significativa per l’economia cinese, fino al 2,5% del PIL nel primo anno. Le borse, come quella di Hong Kong, hanno riscontrato immediatamente un crollo, con settori strategici che temono le conseguenze delle nuove sanzioni. Diversi analisti prevedono manovre economiche da parte di Xi Jinping per mitigare l’impatto.
Tuttavia, ci sono anche spunti positivi. Durante il precedente mandato di Trump, Xi ha utilizzato la diplomazia per alleviare le tensioni e convincere l’ex presidente a revocare alcune restrizioni. La volontà di Trump di presentarsi come un affarista globalmente attivo potrebbe riaprire un dialogo costruttivo. L’eventualità che Trump si allontani da altri Paesi produttori di chip potrebbe favorire una stabilizzazione nelle relazioni commerciali, poiché molti settori economici cercano di diversificare.
In sintesi, le tensioni tra Stati Uniti e Cina, in particolare attraverso la lente delle relazioni con Taiwan, rimangono critiche e meritano una continua attenzione. La gestione delle future dinamiche commerciali sarà certamente un aspetto da monitorare per comprendere come evolverà questa storica situazione.