Ci sono importanti novità su tredicesime, tasse e premi, che è bene che ogni lavoratore possa conoscere. Queste influiranno sui guadagni.
Si sottolinea spesso come gli stipendi in Italia siano eccessivamente bassi, non solo da parte di chi non è del tutto in regola e accetta di poter guadagnare qualcosa per non restare in attesa di qualcosa di più adeguato. Anche i contratti nazionali delle varie categorie, infatti, non si rivelano così adeguati per sostenere il costo della vita in Italia, specialmente se si vive da soli.
L’idea di acquistare una casa finisce quindi per diventare quasi un miraggio, visto che è praticamente impossibile pensare di ottenere un mutuo se non si ha un contratto a tempo indeterminato, altra circostanza rara. Ci sono però delle novità importanti in merito a tredicesime, tasse e premi, che potrebbero soddisfare alcuni lavoratori. Ecco di cosa si tratta.
Tredicesime tasse e premi: un nuovo scenario in arrivo
Essere a conoscenza delle novità normative in materia di lavoro non può che essere determinante per ogni lavoratore ed è quello che sta per accadere a breve. Sono infatti previsti cambiamenti importanti che si riferiscono a elementi importanti quali tredicesime, tasse e premi, che possono rivelarsi in molti casi quasi una boccata d’ossigeno per chi è in difficoltà.
Tutto questo sarà reso possibile grazie alla bozza di decreto legislativo che riguarda l’Irpef, che prevede un incremento fino a 80 euro del bonus che riguarda i lavoratori con un reddito fino a 15mila euro. Questi saranno così erogati nella tredicesima mensilità, che spesso si rivela provvidenziale per chiudere senza troppi patemi l’anno. Si arriva così ad attuare la delega fiscale per i redditi da lavoro autonomo, dipendente, redditi agrari e redditi diversi.
Nel provvedimento si è presa in esame anche un’altra questione importante, nonostante purtroppo non sia sempre percepita da tutti i lavoratori. Il riferimento ai premi di produttività, che potrebbero tornare a una tassazione pari al 10% a partire dal 2025 per le somme fino a 3 mila euro. La percentuale resta la stessa anche per la partecipazione agli utili dell’impresa. Si tratta però di una differenza evidente rispetto a quanto accaduto l’anno scorso e nell’anno in corso, quando la tassazione è invece pari a 4%.
Non è detto comunque che la normativa possa essere definitiva, come ha sottolineato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Come ha sottolineato lui stesso, infatti, l’obiettivo dell’esecutivo è quello di cercare di equilibrare le esigenze dei contribuenti e degli equilibri di finanza pubblica. Qualche sacrificio da parte dei cittadini potrebbe essere quindi necessario, ma si cercherà di ridurli al minimo.