Tasse

Tasse, per gli italiani sono troppe e complicate

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Federica Giovannetti

Secondo un sondaggio dell’istituto Noto per IlSussidiario.net, il 68% ritiene urgente la riforma fiscale

Che gli italiani non abbiamo un buon rapporto con l’erario è cosa nota. Ora a certificarlo, con dovizia di particolari, è un sondaggio dedicato alla riforma fiscale condotto dall’istituto demoscopico di Antonio Noto per IlSussidiario.net.

Quasi due italiane su tre ritengono assolutamente urgente una riforma fiscale: meno tasse, più scelta sui servizi, sanzioni rigorose e premi per i cittadini che collaborano con il fisco. Un’esigenza avvertita soprattutto dai lavoratori dipendenti (72%, contro il 57% degli autonomi), dai cittadini del Nord-Est e delle isole e nella fascia tra i 18 e 34 anni d’età (75%).

Tasse, troppe e complicate

Per oltre l’80% degli italiani le tasse sono troppe e onerose, oltreché complicate da pagare: la maggioranza assoluta denuncia di aver avuto dubbi e difficoltà burocratiche nei rapporti con il fisco, quota che supera il 70% tra i residenti al Sud e nelle isole e che tra i lavoratori autonomi raggiunge il 75%.

Subito un taglio alle tasse e alle accise

Di conseguenza è necessaria una sforbiciata rapida ma selettiva delle tasse (lo chiede il 34%), seguita dal taglio delle accise sui carburanti (30%) e da sanzioni contro gli evasori (21%). Tra le priorità della riforma fiscale l’abbassamento delle imposte indirette (21%).

Meno tasse e libertà di scelta dei servizi

L’assoluta maggioranza degli italiani, potendo scegliere, preferirebbe “pagare meno tasse e avere più libertà di scegliere i servizi cui rivolgersi, piuttosto che pagare di più avendo garanzia di servizi pubblici efficienti” Sono soprattutto le donne e i residenti al Sud a manifestare scetticismo verso l’idea di un pubblico più efficiente se viene sostenuto maggiormente dalle tasse dei contribuenti.

La quota maggiore degli italiani si sente in credito per la qualità dei servizi ricevuti in rapporto alle tasse e alle imposte pagate. A lamentarsi sono soprattutto i residenti al Centro e i lavoratori autonomi, con una quota di insoddisfatti che supera il 50%.

L’approvazione per l’indirizzo di governo

Il 52% degli italiani approva l’indirizzo del governo in materia di riforma fiscale, specie al Nord, dove la quota va oltre il 60%. A piacere è soprattutto l’idea di “premiare” i contribuenti che presentano alti livelli di affidabilità fiscale contenuta nella riforma del governo.

Quasi la metà degli italiani non condivide il concetto di contribuzione come “dovere civile”. Il 46% approva l’intenzione di promuovere un nuovo modo di intendere la relazione con l’Erario, puntando cioè a favorire un rapporto di collaborazione tra cittadini e fisco.

Evasione fiscale

Sul fronte dell’evasione e dell’elusione fiscale, l’assoluta maggioranza degli italiani (60%) ritiene si debba puntare sulla prevenzione, il 30% sulle sanzioni. Gli italiani sposano l’idea del governo di premiare i “comportamenti collaborativi” con il fisco in modo da incentivare comportamenti virtuosi.

Manovra 2024: taglio cuneo fiscale e riforma Irpef

La riduzione della pressione fiscale, almeno nelle intenzioni del governo, dovrebbe essere il piatto forte della prossima legge di Bilancio, che tra meno di due settimane è attesa in Consiglio dei ministri, alla vigilia della riunione dell’Ecofin chiamata a discutere del rinnovo del Patto di stabilità, pena il ritorno dal primo gennaio dei parametri in vigore fino a prima della pandemia.

La Nadef, la Nota di aggiornamento al Def, ha fissato i punti chiave della prossima Manovra, inclusa la conferma per il 2024 del taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi. Si tratta di 6 punti per i redditi fino a 35mila euro e 7 per quelli fino a 25mila. Il rinnovo vale in tutto circa dieci miliardi di euro.

Il quadro macro economico è complesso e la legge di Bilancio nasce con risorse limitate a disposizione, che il governo intende calibrare su pochi provvedimenti.

Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha espresso l’intenzione di “inserire una prima applicazione della riforma fiscale” nella legge di Bilancio. Un primo tassello di riforma fiscale, con il passaggio da quattro a tre scaglioni Irpef e l’allargamento della prima aliquota del 23% da 15 mila a 28mila euro di reddito.

Del taglio dell’Irpef beneficeranno tutti i contribuenti italiani, compresi pensionati e autonomi. Il guadagno maggiore riguarderà i redditi sopra i 28mila euro.

Le misure della delega fiscale

Più premi ai contribuenti virtuosi, stop alle sanzioni penali per le aziende che collaborano con il fisco, riduzione aliquote Irpef, adempimento ad hoc per i paperoni che vivono all’estero, domiciliazione bancaria per pagare le tasse e addio all’automatismo sul prelievo forzoso. E ancora: detassazione di straordinari e tredicesime, rateizzazione di acconti e saldi Irpef e superamento del superbollo. Sono i punti principali del nuovo fisco delineato dalla delega fiscale approvata lo scorso agosto dal Parlamento.

L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha 24 mesi di tempo per approvare i decreti delegati che dovranno definire il fisco italiano del futuro.

Giancarlo Giorgetti – Foto | Alanews – Lamiapartitaiva.it

Stop alle sanzioni penali per chi collabora

Saltano le sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono all’adempimento collaborativo e che hanno avuto “comportamenti collaborativi” e comunicato “preventivamente ed esaurientemente l’esistenza dei relativi rischi fiscali”.

Premi per i contribuenti modello

Un emendamento approvato dalla commissione Finanze del Senato prevede il rafforzamento dei regimi premiali per i contribuenti virtuosi, inclusa la possibile riduzione dei tempi di rimborso dei crediti fiscali per chi presenta alti livelli di affidabilità fiscale misurati anche sulla base degli indicatori statistico-economici utilizzati per la definizione degli Isa, gli indici sintetici di affidabilità fiscale.

Riduzione delle aliquote Irpef

È prevista la revisione e graduale riduzione dell’imposta: il primo step è di passare a tre aliquote, l’obiettivo finale è l’aliquota unica.

Regime “concordato” per i paperoni all’estero

Nei prossimi decreti attuativi il governo dovrà prevedere l’introduzione di un regime fiscale concordato attraverso l’adempimento collaborativo per le persone fisiche che trasferiscono la propria residenza in Italia e per quelle che la mantengono all’estero ma possiedono in Italia, anche per interposta persona o tramite trust, un reddito complessivo di almeno un milione di euro.

Più soldi con la tredicesima e gli straordinari

In arrivo un taglio delle tasse sulla tredicesima mensilità e sugli straordinari. Una delle modifiche al ddl introduce, al posto delle aliquote per scaglioni di reddito, un’imposta sostitutiva Irpef e le relative addizionali in misura agevolata sulle retribuzioni corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia e per i redditi riconducibili alla tredicesima.

Rateizzazione tasse per gli autonomi

Un’altra novità del provvedimento prevede la possibilità di rateizzare acconti e saldi dell’Irpef e anche di prevedere una “progressiva ed eventuale” riduzione della ritenuta d’acconto.

Superamento del superbollo

Nel testo viene previsto “l’eventuale e progressivo superamento” del superbollo sulle auto diesel di grossa cilindrata.

Stop al pignoramento forzoso del conto

Salta l’automazione del prelievo forzoso sui conti. Alcuni emendamenti approvati in commissione al Senato prevedono solo la razionalizzazione, l’informatizzazione e la semplificazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari, anche mediante l’introduzione di meccanismi di cooperazione a partire dalla fase della dichiarazione stragiudiziale del terzo, fatte salve le forme di tutela previste a favore del debitore.

Affidamento a privati della riscossione cartelle

Sarà possibile affidare a privati la riscossione delle cartelle decadute (perché superati 5 anni dall’emissione, come previsto dalla delega), ma rimesse a riscossione in presenza di novità su reddito e e patrimonio del debitore. I soggetti verranno selezionati tramite una procedura di gara pubblica e riceveranno il pagamento di una commissione in percentuale all’importo riscosso.

Debiti Irpef, niente sanzioni per chi è in credito con la Pa

Nell’adozione dei decreti attuativi della delega fiscale il governo dovrà valutare la possibilità di non applicare sanzioni e/o interessi per mancati versamenti Irpef regolarmente dichiarati ai contribuenti che vantano crediti verso la pubblica amministrazione.

Sentenze tributarie digitali, banche dati aperte

Le sentenze tributarie digitali presenti nelle banche dati delle Corti di giustizia tributaria saranno accessibili a tutti i cittadini al fine di garantire parità delle parti in giudizio e il diritto alla difesa.

Federica Giovannetti

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