Nella bozza della Legge di Bilancio molte le sorprese: una raffica di micro tasse per recuperare gli 8 miliardi di euro che mancano per le coperture
La bozza della Legge di Bilancio è stata resa pubblica e leggendola quello che salta agli occhi, oltre alle misure di sostegno previste, sono i tagli e le micro tasse che serviranno a recuperare parte delle coperture necessarie a finanziare la manovra.
Importantissimo il taglio del cuneo fiscale che aiuterà i redditi medio bassi, insieme all’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, a vedere aumentato il proprio potere di acquisto.
Ottime anche le misure volte a incentivare la natalità, anche se alle idee iniziali sono seguite modifiche che le hanno un po’ ridimensionate (sempre per problemi di coperture).
Per finanziare tutti questi aiuti, però, le casse dello Stato non hanno abbastanza fondi, ed ecco in arrivo micro imposte per reperire gli 8 miliardi di euro mancanti: nel mirino degli aumenti anche pannolini e sigarette oltre che per gli affitti.
Ci saranno tanti micro aumenti che toccheranno parte della popolazione. Ognuna di queste tasse, quindi, è destinata solo a una porzione di cittadini, come quella sulla cedolare secca per gli affitti brevi o come la tassazione dai guadagni derivanti dai lavori effettuati con il Superbonus.
Ci sono, però, anche aumenti delle accise del tabacco che colpiranno tutti i fumatori e sono previsti aumenti anche per i pannolini – e questo stona rispetto alla strada intrapresa dal Governo di sostenere la famiglia e la natalità -.
Di contro, però, i redditi medio bassi potranno contare su validi aiuti finanziati per il prossimo anno tra cui ricordiamo i più importanti: la proroga al taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef e dei relativi scaglioni.
Aumenta la cedolare secca sugli affitti brevi passando dal 21% al 26%. Le locazioni sotto i 30 giorni, anche per chi affitta una stanza con Airbnb, avrà una tassazione maggiore. Neanche la prima abitazione affittata con contratti brevi si salva dall’aumento.
Per chi ha deciso di mettere una casa a reddito con questo tipo di affitti i rincari per il 2024 dovrebbero attestarsi sugli 850 euro.
La cedolare secca, in caso di utilizzo di piattaforme come Airbnb, sarà trattenuta direttamente alla fonte.
Sempre per quel che riguarda gli aumenti per la casa c’è da segnalare anche l’aumento dell’imposta degli immobili detenuti all’estero da chi risiede in Italia, sale dallo 0,76% all’1,06%.
I guadagni delle case ristrutturare con il superbonus al 110% saranno tassati al 26%: questo prevede la Legge di Bilancio per chi ha ristrutturato una casa grazie al Superbonus.
Perché se si tratta della seconda casa e si decide di rivenderla, sulla plusvalenza immobiliare sarà applicata una tassazione del 26%.
Oggi l’imposta in questione si applica solo qualora si decida di vendere l’immobile entro cinque anni dall’acquisto, se si supera questo lasso temporale, invece, non è dovuta.
La manovra applica lo stesso criterio sulle seconde case ristrutturate con il Superbonus: se i lavori sono finiti da meno di 5 anni sulla plusvalenza peserà la tassazione al 26%, altrimenti non è dovuta.
Un’altra novità è che in caso di vendita prima dei 5 anni la tassazione al 26% non sarà scontata del prezzo dei lavori incentivati (come si fa in caso di ristrutturazione) anche perché i lavori sono stati eseguiti con finanziamenti da parte dello Stato e non sono costati nulla al proprietario.
Tra le altre cose ci sono brutte notizie per le famiglie con figli perché il taglio dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia non viene confermato e questo, di fatto, si traduce con un mancato sconto che porta ad un aumento di prezzo. Allo stesso modo non viene confermato lo sconto sull’Iva per l’acquisto degli assorbenti igenici (tampon tax).
Questi prodotti conserveranno l’Iva al 10% e la giustificazione data dalla premier al riguardo è che tanto l’aumento dei prezzi a seguito dell’impennata dell’inflazione ha annullato, in ogni caso, questo beneficio e prorogarlo non porterebbe un reale vantaggio alle famiglie.
Per finanziare la manovra si aumenteranno anche le accise sui tabacchi nel 2024 e proprio per questo è molto probabile che aumenteranno i costi di sigarette e tabacco.
La misura che porterà a stabilire il reale aumento dei costi delle sigarette non è ancora stata elaborata, ma sicuramente si saprà di più entro la fine del 2023. In ogni caso tra stime e proiezioni fatte si parla di un aumento variabile dai 20 ai 40 centesimi a prodotto.
Anche l’aumento delle accise sui tabacchi è volto a finanziare in parte la Legge di Bilancio e dovrebbe andare a coprire i circa 48 milioni di mancato gettito
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