Chi guadagna più di 2 mila euro al mese andrà incontro a una situazione ben precisa nel pagamento delle tasse.
Tutti noi siamo chiamati evidentemente a pagare le tasse, ben sapendo come queste siano proporzionali a quanto si guadagna. Non tutti in Italia possono contare su stipendi elevati, come appare evidente da quante siano le persone che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, ma non manca anche chi evidentemente è nella situazione opposta.
Una delle tendenze che sembra prevalere nell’esecutivo attuale, come già era stato indicato in campagna elettorale, è quello di mostrare una maggiore attenzione a quello che viene definito ceto medio. Il taglio delle aliquote Irpef come promesso ci sarà, andandro a coinvolgere il ceto medio-alto.
Come promesso in campagna elettorale, il taglio delle aliquote Irpef ci sarà e riguarderà soprattutto i ceti medio-alti, così da evitare di far pagare troppe tasse a chi già ha guadagni bassi.
La situazione attuale prevede tre differenti scaglioni:
Il carico fiscale può essere abbassato davvero attraverso il taglio delle aliquote Irpef, ampliando lo scaglione dei redditi o creando un mix tra le due situazioni.
Se il governo abbassasse l’aliquota Irpef del 35%, il provvedimento finirebbe per riguardare 10 milioni di contribuenti. Questo porterebbe chi ha un reddito di 50 mila euro l’anno a versare allo Stato 220 euro 220 euro in meno per un’aliquota dell’1% inferiore al 35%.
Salvo colpi di scena, in virtù delle poche risorse disponibili, il taglio potrebbe riguardare solo chi guadagna tra 28 e 50 mila euro, che è anche uno di quelli più numerosi se si vuole guardare questo modo di agire in ottica elettorale.
Qualora si decidesse di abbassare anche l’aliquota Irpef del 43%, a beneficiarne sarebbero le persone che avrebbero redditi ancora più elevati. Se davvero si volesse pensare a una soluzione conveniente, si dovrebbe ampliare il primo scaglione fin sopra il limite attuale dei 28.000 euro.
Se si vuole pensare a un’azione che può equiparare costi e benefici per Stato e cittadini, si può pensare a un allargamento del primo scaglione fino a 30 mila euro.
Riuscire ad avere una reale percezione della riforma in busta paga appare comunque difficile a causa della riforma delle detrazioni fiscali. Ora il premier Giorgia Meloni è chiamata a una svolta cercando di dimostrare di essere davvero attenta ai bisogni della maggior parte dei cittadini, in un periodo come questo in cui in tanti sono in difficoltà è più che mai necessario trasformare le parole in fatti.
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