Incredibile scoperta che ha a che fare con la tassa sui rifiuti: abbiamo pagato sempre l’importo sbagliato. Lo dice la Corte di Cassazione.
La tassa sui rifiuti è un tributo locale che ogni proprietario di un immobile o locatario deve versare nelle casse del Comune in cui è ubicato l’immobile in questione. Si tratta di un tributo calcolato sulla base di una serie di variabili: metri quadri delle abitazioni, zona in cui è situata la casa e il numero di componenti del nucleo familiare.
Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo in luce un aspetto incredibile: abbiamo pagato sempre l’importo sbagliato della Tari. Perché a quanto pare l’IVA su questa Imposta non deve essere versata.
Tassa sui rifiuti: abbiamo sempre pagato l’importo sbagliato
In base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, con la sentenza numero 5078 del 2016, i contribuenti hanno la possibilità di accedere al rimborso dell’IVA addebitata sulla Tari indebitamente da molti Comuni. Molti contribuenti hanno presentato numerose domande per richiedere il rimborso dell’IVA applicata sulla tassa dei rifiuti. Tuttavia, bisogna fare attenzione al termine di prescrizione della data entro la quale è possibile presentare la suddetta domanda per poter essere rimborsati dal proprio Comune.
La Corte di Cassazione è stata piuttosto chiara: il rimborso può essere chiesto entro 10 anni dal versamento della tassa sui rifiuti. Dunque il termine di prescrizione per richiedere il rimborso IVA sulla Tari scatta dopo 10 anni. Anche perché in questo caso non si sta trattando di un rimborso su un’imposta non dovuta, ma di un importo addebitato dal Comune senza titolo giustificativo.
Nel primo caso infatti è prevista l’applicazione del termine di prescrizione breve, che avviene dopo 5 anni dal pagamento della tassa sui rifiuti. Ma in questo caso specifico, la Corte di Cassazione si riferiva al rimborso dell’IVA pagata indebitamente dal contribuente per la quale bisognerà rispettare il termine di prescrizione decennale.
Il motivo per il quale non è possibile applicare l’IVA sulla Tari è legato al divieto di doppia imposizione fiscale. Dunque il contribuente che si accorge dell’applicazione dell’IVA sulla Tari ha la possibilità di rivolgersi all’Ufficio Tributi del proprio comune oppure gli sportelli delle associazioni dei consumatori.
Così facendo sarà possibile presentare la domanda per il rimborso per l’IVA non dovuta. Alla domanda dovranno essere allegate le fatture di pagamento per le quali si sta chiedendo il rimborso dell’IVA.