Il cambio di residenza influisce su molti oneri fiscali, e per varie tasse, compresa la TARI, è meglio organizzarsi per evitare multe.
La TARI si paga in caso di possesso o detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree scoperte che possono produrre rifiuti urbani. Si parla di “possesso” o “detenzione” poiché la tassa sui rifiuti non ricade solo sui proprietari dell’immobile ma pure in coloro che ne usufruiscono in locazione o in comodato d’uso un locale. La tassa cambia di Comune in Comune.
In questo senso, per sapere quanto bisogna pagare è necessario informarsi sulle tabelle disponibili sul sito del Comune di riferimento, cioè quello in cui è localizzato l’immobile. Essendo un tributo legato in generale alle abitazioni, la TARI si applica su ogni nuova residenza, per questo il cambio di residenza non può essere non notificato per tempo.
Quindi, per non incorrere in sanzioni, il contribuente è tenuto alla comunicazione della modifica al Comune. Deve farla anche nel caso di nuova occupazione, con un’apposita dichiarazione. Tale dichiarazione deve essere presentata entro 90 giorni dall’inizio occupazione (il termini può cambiare da Comune a Comune).
Ogni volta, è ovviamente necessario indicare sia il nome di chi detiene o possiede l’immobile che dei soggetti cosiddetti passivi che abitano il luogo. Le dichiarazioni devono inerire ogni tipo di modifica del proprio indirizzo di residenza anche se coinvolgono più Comuni, come nel caso di un trasferimento da una città all’altra.
Cambio di residenza: ecco come incide sul pagamento della TARI
La dichiarazione deve essere presentata una tantum: è dunque valida anche per gli anni successivi, finché non cambino le condizioni dichiarate, ossia l’indirizzo e il numero di abitanti. Va da sé che quando si cambia residenza non solo si occupa una nuova casa ma, per logica, si lascia anche un vecchio immobile.
Per questo oltre alla dichiarazione di nuova occupazione serve una dichiarazione di cessazione. Questa dichiarazione va effettuata di solito entro il bimestre in cui si verifica. Infine, esiste anche la dichiarazione di variazione, dove si notificano i dati vigenti qualora siano cambiati rispetto a quelli dichiarati originariamente.
In base alle nuove informazioni rilasciate tramite dichiarazione, il Comune può poi partire con il calcolo della TARI dovuta, cui segue l’inevitabile avviso di pagamento. Le multe per mancata comunicazione possono andare dall’1,5% in più sul dovuto a sanzioni fino al 30%.
Il cambio di residenza in sé non ha influenza sulla tassa rifiuti. La TARI, infatti, viene emessa su base dichiarativa. Tutte le modifiche si basano sulla presentazione di un’opportuna dichiarazione tramite gli appositi modelli messi a disposizione del Comune.