La TARI è una delle tasse più odiate di sempre, ma chi la paga se si è in affitto? Ecco cosa bisogna sapere per evitare guai.
Chi è tenuto al pagamento della TARI quando si è in affitto? Tra le diverse spese che chi si ritrova in casa deve sostenere spunta anche questa: ecco a chi spetta e in che misura.
Tasse, bollette, condominio, la vita da proprietario e da affittuario è davvero dura e le imposte da pagare, con le relative scadenze, sono davvero tantissime. In molti non riescono pagare tutto e spesso accumulano debiti su debiti, ai quali si aggiungono more e interessi, ma cosa dice la legge in particolare sulla TARI? Se si è in affitto in un’abitazione bisogna pagarla o spetta al proprietario? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
TARI chi la paga il proprietario chi è in affitto? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La TARi ovvero la tanto “odiata” tassa sui rifiuti è un contributo a carattere locale che viene versato dal Comune. Proprio i Comuni hanno l’obbligo di osservare le regole generali, ma possono dettarne altre specifiche su scadenze, esenzioni e regole generiche. È l’ente locale quindi a fissare le scadenze di pagamento per la Tari e si ha anche la possibilità di poterla versare in più rate, da due a quattro. Ma nel caso in cui si è in affitto e non si è proprietari della casa, a chi spetta pagare questa tassa? Vediamo cosa dice la legge in merito.
La tassa sui rifiuti è composta da due componenti: una quota fissa e una variabile. Secondo la legge per pagare questa tassa bisogna avere il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o aree operative suscettibili di produrre rifiuti.
Nel caso di affitto è chi si trova in casa a dover pagare la Tari, infatti chiunque possiede l’immobile o lo utilizza, è tenuto a versare la tassa. A differenza dell’IMU questa tassa è dovuta a chi utilizza l’immobile e non al proprietario. Solo ne caso di affitto breve non superiore ai 6 mesi, l’importo è del possessore dell’immobile. Bisogna pagare la TARI anche nel caso in cui l’abitazione non sia abitata. Per cui l’unico modo per non pagarla è evitare l’esborso dimostrando che il locale non è idoneo a produrre rifiuti ovvero dimostrando che non ci sono arredi né utenze attive.