Quando arriverà il primo taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE)? Proviamo a dare una data e delle cifre
L’attesa è palpabile nel mondo finanziario: quando arriverà il primo taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE)? Da luglio 2022, la BCE ha iniziato un percorso di rialzo dei tassi che ha avuto il suo primo stop a ottobre 2023, confermato nelle prime due riunioni del 2024 a gennaio e marzo. Tuttavia, il mercato si aspettava un taglio nel primo trimestre 2024, attesa che non si è materializzata. Proviamo a fare chiarezza.
La tanto attesa decisione, infatti, non è arrivata nemmeno nell’ultima riunione, risalente allo scorso 11 aprile. Tutti gli occhi sono ora puntati sulla riunione prevista per il 6 giugno 2024, che secondo il consensus degli analisti, potrebbe segnare una svolta nella politica monetaria della BCE con il tanto atteso primo taglio dei tassi dopo due anni. Ma quali sono le previsioni e quali potrebbero essere le conseguenze di questo taglio?
Secondo le analisi condotte da Vanguard e Neuberger Berman, diverse sono le ragioni che indicano una possibile svolta. Nonostante il dato sull’inflazione di febbraio abbia segnato un calo inferiore alle attese, la tendenza è al ribasso. Secondo Eurostat, l’inflazione nell’area euro è aumentata del 2,6% annuo a febbraio 2024 (rispetto al 2,8% di gennaio 2024), mentre le attese degli analisti erano per un incremento del 2,5%. Questo scenario allontana la possibilità di un taglio nei primi mesi del 2024, ma se nei prossimi mesi l’inflazione non supererà il 2,5% annuo in media, potrebbe tornare all’obiettivo entro agosto 2024.
Un altro dato chiave che influisce sulla politica monetaria della BCE sono i dati sulla crescita dei salari in Europa nel primo trimestre 2024, attesi per maggio 2024. Al momento, le attese sono per una situazione stabile rispetto all’anno precedente. Attualmente, i tassi in Europa si attestano al 4,5% (con il 4% sui depositi), il massimo storico dell’Unione Europea. Un taglio dei tassi avrebbe conseguenze su diversi asset di mercato e sui mutui.
Le obbligazioni sono gli asset più sensibili ai movimenti dei tassi di interesse. Una riduzione dei tassi comporta generalmente un aumento dei prezzi delle obbligazioni a lunga scadenza e quindi un calo dei rendimenti. Per le azioni, invece, un taglio dei tassi può avere effetti positivi, soprattutto se supportato dagli utili delle aziende. Le materie prime, come le commodities, sono anch’esse sensibili ai tassi. I mutui a tasso variabile, che hanno subito un aumento medio del 50% nella rata mensile negli ultimi due anni, sono particolarmente sensibili a un cambiamento nei tassi di interesse. Il calo dei tassi potrebbe portare a una riduzione delle rate mensili, con un potenziale risparmio significativo per i mutuatari.
Tuttavia, c’è anche un rischio da considerare: che la BCE si muova troppo lentamente nel tagliare i tassi, indebolendo l’euro rispetto al dollaro. La decisione della BCE sarà osservata con attenzione da investitori e consumatori, poiché potrebbe avere un impatto significativo sui mercati e sull’economia europea nel suo complesso.
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