Economia

Superbonus addio, niente proroga ma spunta la sanatoria. Stretta alle altre agevolazioni per la casa

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Federica Giovannetti

Il governo trova l’accordo e vara il decreto legge. La maxi detrazione nel 2024 scende al 70% e al 65% nel 2025 per poi terminare definitivamente dal 2026. Il rimborso del 110% resta per le spese sostenute per i lavori non conclusi ma certificati entro il 2023

 

Addio al Superbonus. La maxi detrazione per le ristrutturazioni edilizie e l’efficientamento mento energetico nel 2024 scende al 70% e al 65% nel 2025 per poi terminare definitivamente a partire dal 2026. Nel decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri dunque non sono previste proroghe, su cui il Tesoro aveva fatto muro, ma spunta una mini sanatoria. Il rimborso del 110% resta per le spese sostenute per lavori non conclusi ma certificati entro il 31 dicembre 2023. Allo stesso tempo il dl introduce una stretta anche per le altre agevolazioni sugli interventi edilizi, dal sisma bonus al bonus per la rimozione barriere architettoniche. Il rischio ora è una valanga di contenziosi tra imprese e condomìni.

L’accordo, che nei fatti non scontenta nessuno, è arrivato in extremis dopo un pre-consiglio tra i vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Esulta Forza Italia che ha fatto del tema una propria bandiera mentre il ministero dell’Economia può comunque rivendicare lo stop nei fatti a partire dal prossimo anno alla misura che il titolare Giancarlo Giorgetti ha più volte definito “radioattiva” per le casse pubbliche.

Superbonus al 70% dal 2024

Dal primo gennaio 2024 l’agevolazione per le ristrutturazioni che fanno salire l’immobile di due classi energetiche scende al 70%, diventa un credito d’imposta e riguarderà solo i condomìni. In mancanza dell’avanzamento energetico si entra nel regime ordinario al 50%. Nel 2025 l’aliquota passerà al 65% per terminare definitivamente dal 2026.

Sanatoria per i lavori certificati entro il 2023

È salva l’agevolazione al 110% per chi ha fatto lo sconto in fattura o la cessione del credito su tutti i lavori certificati entro dicembre 2023. Questo vuol dire che i lavori dunque dovranno essere fatturati, asseverati e registrati sulla piattaforma Enea prima della fine dell’anno. In caso contrario si applicherà lo sconto del 70% e le famiglie saranno chiamate a pagare di tasca propria il 30% dei lavori.

Fondo povertà per i redditi bassi

Per i redditi bassi (Isee sotto i 15mila euro), il Fondo povertà consentirà di mantenere nei fatti l’agevolazione per intero coprendo la differenza tra il 110% e il 70% per le spese sostenute dal primo gennaio al 31 ottobre 2024, a patto che i cantieri abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori del 60% entro il 31 dicembre 2023. Al momento però nel Fondo ci sono 16 milioni di euro, un importo che restringe di parecchio la platea di chi può accedervi.

Stop Superbonus per le villette

Dal primo gennaio 2024 termina il Superbonus per le villette. Il 31 dicembre scade la proroga dell’agevolazione che era riservata a quanti hanno raggiunto un stato di avanzamento lavori almeno del 30% entro il 30 settembre 2022.

Foto ANSA – Lamiapartitaiva.it

Dal 2024 stretta agli altri bonus edilizi

Il decreto chiude i cordoni della borsa anche gli altri bonus edilizi. Dall’Ecobonus al sismabonus passando per il quello sulle barriere architettoniche.

Ecobonus al 50%

Resta per tutto il 2024 la detrazione al 50% per spese fino a 60mila euro per la sostituzione di serramenti e infissi, schermature solari o caldaie a biomassa. L’Ecobonus per i condomìni prevede uno sgravio del 70% e riguarda una spesa massima di 40mila euro per l’isolamento termico delle parti comuni opache con incidenza superiore al 25%. È previsto per tutto il 2024 se il titolo edilizio è stato presentato entro il 16 febbraio 2023.

Bonus mobili, la spesa scende da 8mila a 5mila euro

Scende da 8mila a 5mila euro nel 2024 la spesa massima detraibile del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.

Giro di vite sul sisma bonus

Prorogato per tutto il 2024 il Sisma bonus per le spese di messa in sicurezza antisismica. Possibile una detrazione del 50% per una spesa massima di 96mila euro per unità immobiliare. La detrazione sale (70 o 80%) quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di una o due classi. Il decreto introduce una mini-stretta per l’accesso all’agevolazione: spetterà solo se la richiesta di titolo abitativo per i lavori è stata presentata prima dell’entrata in vigore del provvedimento. “Vengono inserite verifiche più puntali per limitare l’agevolazione soltanto agli edifici effettivamente danneggiati da eventi sismici”, spiegano da Palazzo Chigi.

Stretta per il bonus barriere architettoniche

Il dl limita anche l’ambito di applicazione del bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche. L’agevolazione al 75% è riservato a una serie di interventi specifici come l’installazione e la modifica di scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Esclusi i lavori riguardanti l’automazione di specifiche tipologie di impianto (porte automatiche, tapparelle e saracinesche motorizzate, imposte e persiane automatiche). Dal primo gennaio 2024 la cessione del credito è consentita per le parti comuni dei condomìni con uso abitativo e alle persone fisiche con redditi inferiori a 15mila euro. Limite che non si applica alle persone con disabilità.

Le critiche dell’opposizioni

Critiche le opposizioni, che avevano presentato emendamenti alla Manovra per introdurre, fra le altre cose, una proroga dell’agevolazione. Un “teatrino indecoroso“, dicono dal Partito democratico mentre il Movimento 5 stelle, che giovedì scorso ha partecipato alla manifestazione degli “esodati” del Superbonus a Roma, parla di “maggioranza in stato confusionale“.

Federica Giovannetti

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