Attenzione a non lavorare troppo e accumulare stress: il rischio di venire colpiti da un infarto è dietro l’angolo.
Lavorare troppo potrebbe mettere seriamente a rischio la nostra salute. Stress e lavoro senza soste possono danneggiare il cuore ed esporci al rischio di essere colpiti da un infarto. Vediamo cosa dicono i medici.
Si lavora per vivere o si vive per lavorare? Spesso il confine è labile e capita di fare straordinari su straordinari, lavorare anche durante i fine settimana, dormire poco e non fare mai vacanze. Attenzione: tutto questo può mettere a rischio la nostra salute. L’organismo ha assoluto bisogno anche di riposo per mantenersi sano.
Viviamo in una società che va sempre più di corsa e dove produrre diventa un imperativo categorico. Questo ci rende stressati a causa della troppa tensione e ansia da prestazione. Risultato? Un attacco di cuore quando meno ce lo aspettiamo. Tuttavia, secondo i medici, l’infarto non è quasi mai causato solo dal troppo stress. Il nostro corpo ci invia molto prima segnali per metterci in guardia e avvisarci che qualcosa non va come dovrebbe. Il problema è che la maggior parte di noi, questi segnali, non sa riconoscerli.
Infarto: ecco i campanelli d’allarme
Il nostro organismo ci informa sempre se c’è qualche intoppo e se qualcosa ha smesso di funzionare correttamente. Sta a noi, però, riconoscere i segnali e agire di conseguenza. Vediamo quali sono i campanelli d’allarme che ci avvisano che potremmo essere colpiti da un infarto.
La dottoressa Melania Rizzoli puntualizza un concetto fondamentale: lo stress non è mai l’unica causa di un infarto. Se ci viene un infarto è perché lo stress si è aggiunto ad uno stato di salute già compromesso. Il medico spiega che lo stress può concorrere al verificarsi di un infarto provocando l’aumento della pressione ma non è mai l’unica causa. Deve già preesistere una situazione patologica che, solitamente, consiste in un’arteria coronarica ostruita totalmente o parzialmente.
Le arterie coronariche possono venire ostruite da placche aterosclerotiche causate, a loro volta, da accumuli di colesterolo. Quando ciò si verifica il cuore smette di ricevere ossigeno e ciò, unito all’aumento della pressione provocato dallo stress, fa sì che noi veniamo colpiti da un infarto. È possibile giocare d’anticipo? Assolutamente sì. La dottoressa Rizzoli precisa che un infarto dà sempre dei segnali nei giorni precedenti al suo “arrivo”.
I sintomi più comuni a cui prestare attenzione sono: sensazione di oppressione al petto durante l’attività fisica, tachicardia o aritmie, affanno ingiustificato, stanchezza cronica, nausea, sudorazione fredda e sensazione di stordimento. Se i segnali vengono riconosciuti in tempo, il paziente può benissimo salvarsi andando subito in ospedale. Ecco perché è fondamentale non sottovalutare mai nessun sintomo, nessun campanello d’allarme che il corpo fa scattare.