Nei casi di compravendita immobiliare, spese notarili ed imposte sono a carico del venditore o dell’acquirente? Facciamo chiarezza.
Nelle operazioni di compravendita immobiliare, sappiamo bene che il prezzo dell’immobile non è l’unica voce di spesa da sostenere. È senz’altro la prevalente e più cospicua, ma a questa si aggiungono anche diverse voci di imposizione fiscale e le spese notarili. Ora: va da sé che il prezzo dell’immobile sia in capo all’acquirente; le altre voci di spesa, però, a seconda della loro natura, possono dover essere sostenute sia dall’acquirente sia dal proprietario.
Partiamo ad esempio dalle spese notarili: generalmente sono a carico dell’acquirente, così come le imposte collegate ad esse. I costi variano in base ai professionisti del settore, dunque sarà l’acquirente a valutare la scelta di assistenza notarile più opportuna da compiere in base al proprio budget di spesa.
Inoltre, sono a carico dell’acquirente anche le imposte catastali ed ipotecarie, nonché l’imposta di registro. Quest’ultima è pari al 9% del valore catastale dell’immobile e può essere sostituita dall’imposta sul valore aggiunto, ovvero l’IVA: è il caso, ad esempio, degli immobili residenziali acquistati direttamente dalle imprese costruttrici, con IVA variabile da un minimo del 4% in caso di prima casa ad un massimo del 22% in caso si acquisti una residenza di lusso.
Il venditore dell’immobile, tuttavia, non è esente dall’onere della presa in carico di alcune delle voci di spesa relative alla compravendita. Ciò, però, generalmente vale solo in alcuni casi specifici, come ad esempio quello della cosiddetta plusvalenza immobiliare: si tratta delle circostanze in cui l’immobile è stato originariamente acquistato dal proprietario come investimento.
In altre parole, il venditore cede l’immobile dopo averlo acquistato di recente con l’obiettivo di riproporlo al più presto sul mercato per conseguire un guadagno, detto proprio plusvalenza. Facciamo un esempio per capire meglio: compro una casa al prezzo 10, la restauro al prezzo 2 e la rivendo in poco tempo al prezzo 15. Ecco dunque che si è determinata una plusvalenza immobiliare che, nei confronti del Fisco, comporta imposizioni di tipo tassativo.
Tuttavia, la condizione affinché in questo caso le imposizioni vengano applicate al venditore è che l’immobile sia stato acquistato da meno di cinque anni (oltre, come dicevamo, al fatto che debba essere venduto ad un prezzo maggiore rispetto a quello a cui lo si è acquistato). Per altri approfondimenti e delucidazioni in merito alle normative vigenti che disciplinano la materia, è consigliabile rivolgersi a consulenti fiscali e immobiliari esperti del settore.
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