Svelati i rischi del cumulo di redditi per chi ha optato per la pensione anticipata: l’INPS avverte che la sospensione dell’assegno è una realtà.
Entriamo nel mondo complesso e cruciale delle pensioni anticipate, dove le regole stringenti delineate dall’Inps richiedono una comprensione attenta e rispettosa. Il chiarimento emanato il 30 gennaio scorso dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale getta luce sui pericoli legati al cumulo dei redditi da lavoro con la pensione anticipata, un aspetto cruciale per coloro che hanno abbracciato le formule flessibili di Quota 100, Quota 102 e Quota 103.
L’Inps ha tirato fuori il cartellino il 30 gennaio, avvertendo che questa regola non riguarda tutti i redditi, ma solo alcuni particolari casi. Chi trasgredisce rischia davvero grosso, l’Inps potrebbe notare la vostra “svista” molto tempo dopo, e oltre alla sospensione dell’assegno pensione, potreste dover rimborsare somme consistenti.
E ora veniamo alle regole. Se avete scelto la pensione anticipata con Quota 100, Quota 102 o Quota 103, c’è un limite che dovete rispettare come una regola d’oro: non potete lavorare stabilmente fino a raggiungere l’età della pensione di vecchiaia, ossia 67 anni. Un dettaglio da non sottovalutare. Pensate che questa regola sia solo un dettaglio noioso? Magari no.
Prendiamo ad esempio il decreto di lancio del vecchio anticipo flessibile Quota 100, e leggete bene: “La pensione quota 100 non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui“. E questa regola è sempre valida, sia per chi ha optato per Quota 100, sia per chi ha scelto Quota 102 o Quota 103.
E non finisce qui. Ci sono tre punti chiave da tenere a mente: l’età anagrafica, il limite di reddito (sopra i 5.000 euro lordi non si può andare) e il tipo di contratto (attenzione alle collaborazioni autonome occasionali). Se state già facendo i conti in tasca e avete superato il limite, l’Inps è pronta a bussare alla vostra porta. Il 30 gennaio, l’istituto ha sottolineato l’obbligo di dichiarare i redditi oltre i 5.000 euro lordi annui. L’Inps vi chiede di dichiarare ogni guadagno che potrebbe influire sull’accumulo della pensione.
E ora, il momento più temuto: cosa rischiate se non rispettate il divieto di accumulo? L’Inps è senza pietà. Se vi scopre in violazione, potreste dire addio all’assegno pensione e dover restituire tutto quello che avete percepito indebitamente. Un esempio? Immaginate un pensionato con Quota 103, che ha intascato 1.000 euro al mese per un anno e ha nascosto un reddito extra di 15.000 euro. Risultato: assegno sospeso e dover restituire 12.000 euro. Un bel colpo al portafoglio, vero? Quindi, occhio alle regole, niente giochi con l’accumulo dei redditi e godetevi la pensione senza brutte sorprese
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