Non è detto che per arrivare alla sospirata pensione bisogna sfiorare i 70 anni: ecco una possibile strada alternativa per andarci quando si vuole.
Smettere di lavorare quando si vuole: è il sogno nel cassetto di milioni di cittadini che, con le normative attuali, dovranno aspettare si spegnere poco meno di 70 candeline prima di congedarsi dal lavoro. Ma non è detto che quel sogno, a determinate condizioni, non si possa realizzare. Ecco chi può raggiungere in anticipo il traguardo della pensione e come.
Diciamo subito che tale opzione non è accessibile a tutte le tasche. E anche nei casi in cui è materialmente possibile smettere di lavorare (molto) prima del tempo, è opportuno valutare attentamente la convenienza e la sostenibilità di una scelta del genere, sotto tutti i punti di vista. Non si tratta di una valutazione semplice né scontata. Vediamo nel dettaglio tutti i fattori da prendere in considerazione.
Una pensione così come descritta passa necessariamente per il pagamento di contributi volontari Inps, ed è dunque molto onerosa. Solo il lavoratore ben provvisto economicamente se la può permettere. E, in assoluto, non è detto che sia sempre una soluzione conveniente. Di solito, l’ipotesi dei contributi volontari viene presa in considerazione quando si perde il lavoro a pochi mesi dalla pensione, o quando si vuole incrementare l’importo della futura pensione (ma in quest’ultimo caso ci sono anche altri strumenti utili allo scopo).
Come accennato, i contributi pensionistici volontari vengono pagati all’Inps dal lavoratore anziché dal datore di lavoro per raggiungere i requisiti contributivi previsti per il pensionamento, se rispetta una serie di requisiti anagrafici e contributivi. Potrebbe versarli anche chi si vuole garantire una pensione, ma non lavora. Ed è qui che entra in gioco il calcolo di convenienza: a parità di spesa, potrebbe essere più remunerativo un altro tipo di investimento per assicurarsi un futuro economicamente stabile e sereno.
Il conto è presto fatto: l’importo del versamento a titolo di contributi volontari si ottiene moltiplicando il reddito delle ultime 52 settimane di retribuzione, diviso per 12, per l’aliquota vigente (per i dipendenti pari al 33%), maggiorata di un ulteriore 1% se tale reddito supera i 47.143 euro.
Se il lavoratore ritiene che il versamento di contributi volontari sia conveniente, può presentare un’apposita domanda all’Inps e attendere l’autorizzazione dell’istituto, quindi procedere all’eventuale pagamento secondo le tempistiche indicate dall’ente previdenziale (mediante bollettini). Da precisare che non è possibile versare i contributi in unica soluzione, ma secondo degli scaglioni trimestrali che hanno delle scadenze ben precise. Inoltre, i contributi volontari non possono essere retroattivi, dunque non valgono per gli anni passati. Ma sono deducibili dal reddito dichiarato annualmente tramite modello 730 o modello Unico, per cui il beneficio fiscale può essere interessante.
Vuoi scoprire un luogo in cui arte e storia si fondono, regalando un’esperienza culturale indimenticabile?…
La fatturazione online rappresenta un elemento basilare per la gestione amministrativa, che si tratti di…
Il territorio laziale è pronto a mettere in mostra le sue migliori risorse grazie a…
Il Gruppo Fs si scusa per i disagi ai viaggiatori causati da lavori di modernizzazione,…
Il prezzo del gas naturale in Europa sale oltre 48 euro al MWh, influenzato da…
Brunello Cucinelli chiude il 2024 con ricavi di 1.278,4 milioni di euro, segnando una crescita…