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Sismabonus, cos’è e chi può richiederlo?

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Dalma Bonaiti

Tutte le informazioni sul Sismabonus, cos’è e chi può richiederlo , informazioni dettagliate per sfruttare al meglio questo vantaggio fiscale.

Tra i vari incentivi edilizi, vi è uno specifico per gli interventi di protezione antisismica degli edifici situati in zone a rischio. Questo incentivo, conosciuto come Sismabonus, consiste in una detrazione fiscale applicabile alle spese sostenute per la realizzazione di tali lavori.

Ecco una guida completa e aggiornata al 2023 sul Sismabonus, fornendo un inquadramento dettagliato su tutte le detrazioni disponibili, in base al tipo di intervento effettuato, alla tipologia di abitazione coinvolta e le novità previste per questa agevolazione fino al 2024.

Sismabonus: tutto quello che devi sapere sull’incentivo

Il Sismabonus 2023 è un vantaggio fiscale applicato agli interventi di adeguamento antisismico effettuati su immobili residenziali e produttivi.

Questo beneficio fiscale permette di ottenere una detrazione che può variare dal 50% al 110% a seconda della tipologia di intervento e dell’immobile interessato, con un limite massimo di 96.000 euro di spesa.

Il Sismabonus può essere richiesto sia da privati cittadini che da società, e consente di ottenere una detrazione IRPEF o IRES a seconda del soggetto richiedente.

Ma cosa si intende con “miglioramento sismico” e “adeguamento sismico”?

Il primo termine fa riferimento a tutte le azioni che mirano a migliorare la sicurezza degli edifici in caso di terremoti. Il secondo termine, invece, riguarda il raggiungimento dei livelli di sicurezza richiesti dalla normativa per le nuove costruzioni in zone a rischio sismico.

Proroga fino al 2025

Importanti novità riguardano il Sismabonus, che viene prorogato fino al 2025 secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2023. Per avere una migliore comprensione delle diverse aliquote applicabili, è utile fare una distinzione.

Iniziamo con il Sismabonus ordinario, che prevede una detrazione minima del 50%. Tale percentuale può aumentare fino all’80% se ci sono riduzioni delle classi di rischio sismico, e addirittura fino all’85% se il lavoro viene effettuato in un condominio. Questo beneficio fiscale rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2024.

Inoltre, oltre al Sismabonus ordinario, esiste il SuperSismabonus, che offre un vantaggio fiscale ancora maggiore, arrivando fino al 110%. Tuttavia, va sottolineato che la sua scadenza è stata prorogata fino al 31 dicembre 2025, ma le aliquote diminuiranno gradualmente:

– 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023;
– 70% per le spese sostenute nel 2024;
– 65% per le spese sostenute nel 2025.

Foto | adventtr @Canva – lamiapartitaiva.it

Rischio sismico in Italia

In Italia, il rischio sismico rappresenta una sfida significativa. Pertanto, l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 2003 ha suddiviso il territorio italiano in quattro zone sismiche, al fine di garantire una migliore comprensione e gestione della pericolosità del suolo.

Tuttavia, è importante tenere presente che alcune regioni possono rientrare in più zone sismiche a seconda del comune preso in considerazione.

Sismabonus

I beneficiari del Sismabonus sono molteplici e comprendono i seguenti soggetti:

– I proprietari o i nudi proprietari delle unità immobiliari;
– I titolari di un diritto reale di godimento, come l’usufrutto, l’uso, l’abitazione o la superficie;
– Gli inquilini o i comodatari;
– I soci di cooperative;
– Gli imprenditori individuali per gli immobili adibiti ad attività produttive.

Oltre ai soggetti sopracitati, è importante sottolineare che hanno diritto alla detrazione anche i seguenti soggetti, a patto che partecipino alle spese (colui che appare come intestatario dei bonifici o delle fatture):

– I familiari conviventi del possessore dell’immobile, inclusi il coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado;
– Il convivente, anche se al di fuori del matrimonio o dell’unione civile;
– Il coniuge separato, a condizione che sia intestatario del bene immobile insieme all’altro coniuge.

Sismabonus: una guida completa per capire i vantaggi e le opportunità offerte dall’incentivo

Quali tipologie di immobili sono interessate dal Sismabonus?

Il Sismabonus riguarda tutti gli immobili che necessitano di interventi mirati per migliorare la loro resistenza sismica. Sono compresi sia gli immobili adibiti ad uso abitativo che quelli utilizzati per attività produttive.

Il Sismabonus offre la possibilità di beneficiare di una detrazione fiscale per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 (con proroga fino al 2025 per il SuperSismabonus).

La detrazione viene calcolata su un importo massimo di 96.000 euro e viene ripartita in 5 quote annuali uguali.

Un punto importante da considerare è che, nel caso di interventi effettuati su condomini, l’importo massimo viene moltiplicato per il numero di unità immobiliari presenti al suo interno.

Quali percentuali di detrazione si possono ottenere?

La percentuale di detrazione fiscale varia in base a diversi fattori correlati agli interventi di miglioramento antisismico effettuati:

– 50%, se l’intervento riguarda una singola unità immobiliare senza miglioramento della classe antisismica;
– 70%, se l’intervento riduce la classe di rischio dell’immobile;
– 80%, se l’immobile migliorato ottiene il passaggio a due classi di rischio inferiori.

In caso di interventi sull’intero condominio, le percentuali di detrazione diventano ancora più vantaggiose:

– 75%, se i lavori determinano il passaggio a una classe di rischio inferiore;
– 85%, se vi è un passaggio a due classi di rischio inferiori.

SuperSismabonus

Il SuperSismabonus premia gli interventi di protezione sismica che vengono effettuati in concomitanza con i lavori principali previsti dal Superbonus. Grazie a questa sinergia, l’aliquota di detrazione raggiunge il 90%, garantendo ulteriori benefici.

In passato, il SuperSismabonus era conosciuto come SuperSismabonus 110%, dal momento che la detrazione fiscale massima prevista dal Superbonus arrivava al 110%. Tuttavia, a partire dal 2023, l’aliquota è stata ridotta al 90%.

Inoltre, uno dei vantaggi del SuperSismabonus risiede nella possibilità di ottenere l’aliquota maggiore senza dover necessariamente eseguire lavori di miglioramento delle classi di rischio sismico dell’edificio. Questo significa che è possibile beneficiare appieno dell’agevolazione senza dover affrontare un’ulteriore sfida.

Andando più in dettaglio, il Sismabonus include una vasta gamma di interventi ammissibili. Tra essi rientrano i lavori di miglioramento e adeguamento sismico, le modifiche alle coperture orizzontali, le modifiche alle strutture verticali, le prestazioni professionali necessarie per l’esecuzione dei lavori, l’acquisto dei materiali, le perizie, gli sopralluoghi e tutti i documenti necessari, nonché le imposte da bollo e l’IVA.

Da non dimenticare che, avvalendosi del Superbonus, è possibile usufruire di detrazioni anche per interventi di demolizione e ricostruzione con aumento del volume.

Tuttavia, è importante evidenziare che queste spese sono agevolabili solo qualora si dimostri che i lavori sono volti alla ristrutturazione edilizia e non alla realizzazione di una nuova costruzione.

Con il SuperSismabonus si offre, dunque, una solida opportunità di incentivare e promuovere la protezione sismica degli edifici, garantendo livelli di sicurezza elevati per tutti i cittadini.

Superbonus 110% potenziato per le zone colpite dal terremoto

Con una scadenza stabilita al 31 dicembre 2025, il Superbonus rappresenta un’opzione estremamente interessante per coloro che devono eseguire lavori di ristrutturazione nella propria proprietà o condominio. Inizialmente, la detrazione era pari al 110%: una percentuale che ha attirato l’attenzione di numerosi cittadini. Dal 2023, tuttavia, l’aliquota è scesa al 90%.

Tuttavia, esiste ancora una casistica che consente ad alcuni cittadini di usufruire del Superbonus al 110%. Questa versione potenziata si rivolge specificatamente alle proprietà situate nelle aree colpite da eventi sismici dopo il 2008.

È importante notare che il Superbonus potenziato riguarda solo le zone in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza e, in particolare, quelle proprietà che hanno subito danni a causa del terremoto.

Di conseguenza, non è sufficiente che l’immobile si trovi in una delle zone colpite dal terremoto dal 1º gennaio 2009, ma deve esserci un legame causale tra l’evento sismico e il danno subito dall’immobile, documentato tramite la scheda AeDES con un’esito di agibilità corrispondente a A, D, o F.

Inoltre, la detrazione fiscale al 110% rappresenta un’alternativa al contributo previsto per la ricostruzione o riparazione degli edifici danneggiati dal terremoto. Infatti, per poter beneficiare del Superbonus al 110%, è necessario inviare tramite PEC una dichiarazione, ai sensi dell’articolo 47 del Dpr n. 445/2000, in cui si rinuncia a tali contributi al fine di ottenere l’agevolazione fiscale.

Come ottenere il Sismabonus

Per accedere al Sismabonus, è possibile usufruire della detrazione fiscale, che verrà suddivisa in 5 rate annuali di pari importo, durante la dichiarazione dei redditi.

Per beneficiare della detrazione, è fondamentale che il pagamento dei lavori venga effettuato tramite bonifico bancario o postale con indicazione chiara e dettagliata dei seguenti dati:

– Codice fiscale del beneficiario della detrazione;
– Codice fiscale o Partita IVA del beneficiario del pagamento;
– Causale che faccia riferimento alla normativa corrispondente.

Causale del bonifico per il Sismabonus

“Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista dall’articolo 16-bis del Dpr 917 del 1986. Pagamento fattura n. X del XX/XX/XXXX a favore di ___, Partita IVA ___. Beneficiario detrazione ___ Codice Fiscale ____”.

Dopo la notizia giunta il 16 febbraio 2023 riguardo allo stop dello sconto in fattura e alla cessione del credito, l’unica opzione disponibile è quella della detrazione fiscale.

La cessione del credito e lo sconto immediato in fattura sono possibili solo se gli accordi con le imprese edili sono stati stipulati prima del 16 febbraio e la Comunicazione di Inizio Lavori (CILA) risulta presentata prima di tale data.

Per i lavori effettuati a livello condominiale, è anche necessario che la delibera per la realizzazione dei lavori sia stata approvata entro il 16 febbraio. Inoltre, nel caso in cui i lavori prevedano la demolizione e la ricostruzione, sarà necessario che al 16 febbraio sia stata richiesta anche l’autorizzazione edilizia.

Documenti da conservare

In caso di ispezione, sarà necessario mostrare i seguenti documenti:

– Notifica preliminare dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) con la data di inizio dei lavori, se necessario;
– Abilitazioni amministrative riguardanti la tipologia di intervento da effettuare e le relative date. In alternativa, sarà sufficiente una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà;
– Autocertificazione con l’ammontare delle spese sostenute, che non superi il limite consentito;
– Copia della valutazione della classe di rischio dell’edificio prima dell’intervento e quella che sarà raggiunta dopo l’esecuzione dell’intervento previsto;
– Fatture e ricevute fiscali relative alle spese sostenute;
– Ricevute dei bonifici bancari.

Visto di conformità

Dal 2022, per tutti i Bonus Casa è richiesto il Visto di conformità, che è un documento redatto da un commercialista o da un ufficio competente e attesta il rispetto da parte richiedente dei requisiti necessari per l’ottenimento dell’agevolazione.

Tuttavia, ci sono due casi in cui il Visto di conformità non è richiesto:

– Per gli interventi di edilizia libera;
– Quando i lavori non superano i 10.000 euro.

Dalma Bonaiti

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