Come approfittare del risparmio sulla tassa comunale proposto come sconto del 5% su Imu, Tari e novità anche sulla tassa automobilistica.
La semplificazione è l’obiettivo primario del Governo: un percorso da intraprendere con decisione, che potrebbe implicare l’assegnazione di riconoscimenti ai contribuenti che scelgono di effettuare i loro pagamenti online o mediante addebito diretto sul loro conto bancario.
Queste sono solo alcune delle innovazioni contenute nella legge delega sulla riforma fiscale, con l’intento di creare una nuova dinamica tra il fisco e i contribuenti.
Nell’interesse di incentivare i cittadini, si prevede inoltre l’implementazione di alcune riduzioni sulle tasse locali, come l’Imu e la Tari.
Cos’è l’IMU
L’IMU, o Imposta Municipale Propria, rappresenta il contributo che chiunque possieda un bene immobile deve pagare a livello locale. Questa tassa venne stabilita dal governo Monti come parte della manovra Salva-Italia del 2011 e ha preso effetto nel gennaio 2012. Essa era applicabile anche alla residenza principale fino al 2013. Da quando è stata introdotta ad oggi, l’IMU ha visto varie modifiche, la più recente delle quali è avvenuta con la Legge di Bilancio 2020, che ha eliminato la TASI e l’ha incorporata nell’IMU.
Chi è tenuto a pagare questa tassa?
Le persone che sono tenute a saldare l’IMU sono coloro in possesso di beni immobili stabiliti nell’articolo 2 del Dlgs 504 del 1992, in particolare:
In termini più specifici, l’IMU è richiesta per coloro che sono:
L’ammontare viene calcolato in base alle caratteristiche dell’immobile e al Comune in cui si trova.
Cos’è la TARI
L’acronimo TARI si riferisce alla “Tassa Rifiuti”, che prende il posto della precedente TARES. Essa è una tassa di competenza comunale, destinata a coprire in toto i costi derivanti dal servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Se possiedi, occupi o detieni a qualsiasi titolo (come proprietario, usufruttuario, locatario, ecc.) locali o aree all’aperto, dovrai pagare la TARI. Questo include tutte le strutture ancorate al suolo, circondate da almeno tre lati, e le superfici senza costruzioni o strutture edificate – spazi definiti che generano rifiuti urbani e simili.
Tuttavia, alcune aree non sono soggette a questa tassa, come le aree aperte pertinenziali o accessorie a abitazioni civili, come balconi, terrazze aperte, parcheggi scoperti, cortili, giardini e parchi, così come le aree condominiali comuni menzionate nell’articolo 1117 del Regio Decreto 16/03/1942, n. 262 “Codice Civile”, se non occupate o possedute esclusivamente, ad esempio, ingressi, scale, ascensori, stendibiancheria o altri luoghi di transito o di utilizzo comune tra i condomini.
Chiunque occupi la proprietà deve pagare la tassa sui rifiuti, sia che sia proprietario o locatario. Se però, l’immobile viene utilizzato per periodi di tempo non superiori o uguali a 6 mesi, in questo caso la TARI deve essere versata integralmente solo dal proprietario.
È in fase di studio una normativa che incoraggia un abbattimento del 5% per coloro che optano per la domiciliazione bancaria delle tasse locali, tra cui Imu e Tari.
Le autorità comunali avranno il compito di definire gli importi che saranno detratti direttamente attraverso metodi digitali. I cittadini hanno piena autonomia.
Possono decidere per il prelievo diretto e beneficiare di un risparmio fino al 5% sugli importi: tuttavia, il risparmio massimo che si può ottenere è 1.000 euro.
La presentazione della dichiarazione Imu dovrà essere effettuata in modo digitale: in questa fase, le parti coinvolte potranno usufruire degli sconti previsti.
Il Governo ha fatto una scommessa sulla digitalizzazione
L’unico canale per sottomettere la documentazione sarà digitale: analogamente a quanto avviene per l’imposta di soggiorno, il nuovo modulo che è stato ratificato dal Ministero dell’Economia è l’unico requisito che i contribuenti devono rispettare.
Ciò elimina la possibilità che altre comunicazioni impediscano l’applicazione delle aliquote agevolate di Imu e Tari.
Mediante questo processo, la commissione ha l’obiettivo di diminuire le dispute relative ai mancati benefici delle varie agevolazioni, poiché non sono state inviate informazioni diverse rispetto alla dichiarazione Imu ufficiale.
Riguardo ai tributi locali, ci sono novità che vanno oltre l’Imu e la Tari. È ora possibile compensare i tributi locali presentando il Modello F24. Al momento, è consentito citare solo i codici tributo collegati allo stesso ente a credito. Questo aggiornamento permetterà ai contribuenti di conservare tempo e soldi, e allo stesso tempo, alleggerirà il carico di lavoro negli uffici comunali.
Le singole amministrazioni comunali avranno più autorità per decisioni riguardanti le definizioni agevolate
Tale espansione dei poteri comunali permetterà ai sindaci di valutare sanatorie autonomamente per obbligazioni e multe. Questa iniziativa riguarda tutti i tributi locali, ma ci sono limitazioni specifiche che i sindaci devono rispettare. Ad esempio, tali misure straordinarie non devono interferire con la normale attività di riscossione.
Inoltre, qualsiasi agevolazione dovrà essere definita nel tempo. Le cancellazioni dovrebbero implicare il pagamento di una somma di denaro.
Riguardo alle tasse automobilistiche, arriva una modifica importante per gli automobilisti
La tassa per auto e motoveicoli, conosciuta anche come “bollo auto” o “tassa automobilistica regionale”, è un onere fiscale implementato dall’amministrazione finanziaria italiana. Questa tassa è applicata a tutti gli autoveicoli e motoveicoli registrati in Italia, e le entrate sono destinate alle regioni di residenza.
Il proprietario del veicolo è generalmente riconosciuto sulla base della registrazione nel Registro Automobilistico Pubblico (PRA). Tuttavia, in situazioni particolari come la vendita del veicolo, contratti in cui il debitore non è lo stesso del proprietario, perdita del veicolo a causa di furto o la rimozione del veicolo (auto, moto, ecc.) dal registro, la registrazione nel PRA è obbligatoria e può essere eseguita anche se in ritardo.
La definizione di chi deve pagare il bollo auto sarà stabilita il primo giorno del periodo fiscale invece dell’ultimo, usato precedentemente per la riscossione. Questo cambiamento dovrebbe idealmente mitigare le complicazioni correlate alle varie trasferenze di proprietà del veicolo nel mese in cui è dovuta la tassa automobilistica. In sintesi, questa è un’altra mossa verso la semplificazione in questo campo.
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