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Rivoluzione per il Ministero della Giustizia: finalmente una novità positiva per i reinserimento dei detenuti (ecco i dettagli)

Ministero della Giustizia, ecco la novità per il reinserimento garantito dei detenuti all’interno della società: i dettagli

Il recente protocollo d’intesa tra il Ministero della Giustizia e il Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale segna un interessante passo avanti nel sostegno ai progetti di reinserimento sociale per persone detenute. L’obbiettivo principale: sviluppare competenze digitali per facilitare l’inclusione e il riscatto sociale di chi si trova in condizioni di vulnerabilità. Questi sforzi si concentrano in particolare sulle opportunità di formazione, tanto all’interno quanto all’esterno delle strutture penitenziarie.

L’importanza di questo protocollo non può essere sottovalutata, considerando che l’inclusione digitale rappresenta un aspetto cruciale nella società moderna. Martina Lascialfari, Direttrice Generale del Fondo, ha subito evidenziato l’impegno costante per promuovere iniziative volti a garantire l’accesso alla formazione digitale, specialmente per le fasce più fragili della popolazione. Negli ultimi due anni il Fondo ha sostenuto diversi progetti, ma non è tutto qui; questa nuova collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria punta a creare opportunità di sviluppo delle competenze che possano realmente tradursi in prospettive lavorative.

Le parole di Lascialfari parlano chiaro: l’intento è quello di valorizzare le potenzialità dei detenuti, offrendo strumenti che possano aiutarli a reinserirsi nella società una volta terminata la loro pena. La possibilità di partecipare a corsi di formazione nel settore digitale non solo aumenta il favore in ambito lavorativo, ma dà anche la chance di riacquisire dignità e autostima, spesso compromesse durante il periodo di detenzione.

Un bando per il cambiamento

Per rendere tutto ciò possibile, il Fondo per la Repubblica Digitale ha in programma di lanciare un bando di 5 milioni di euro. Questo bando sarà rivolto a enti pubblici e soggetti privati non profit, con l’obiettivo di implementare azioni formative e di orientamento. La scelta di coinvolgere diversi attori del terzo settore e della pubblica amministrazione è fondamentale. Infatti, la sinergia tra queste realtà permetterà di creare progetti solidi e strutturati, capaci di rispondere ai reali bisogni dei detenuti.

I progetti contemplati includono non solo corsi di alfabetizzazione informatica, ma anche formazione specifica su tematiche come cybersecurity, programmazione e marketing digitale. Queste competenze sono estremamente richieste nel mondo attuale, dove il digitale gioca un ruolo sempre più centrale. L’aspetto innovativo è che le attività formative possono svolgersi sia all’interno delle carceri sia in contesti esterni, permettendo così un approccio più ampio e inclusivo.

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reinserimento detenuti, ecco i dettagli della procedura- lamiapartitaiva.it

Chi sono i beneficiari?

Chi potrà beneficiare di queste iniziative? Giovanni Russo, capo del DAP, ha precisato che i diretti interessati saranno quei detenuti con una pena definitiva residua non superiore ai tre anni. Questo gruppo rappresenta una fascia particolarmente vulnerabile, spesso dimenticata nelle politiche di reinserimento. L’azione mirata su di loro non è solo un investimento sul loro futuro, ma anche un modo per ridurre il rischio di recidiva, che è un problema noto legato all’assenza di opportunità post-detenzione.

L’obiettivo finale è ambizioso; non si tratta solo di offrire una formazione di base, ma di costruire una rete di buone pratiche da rendere permanenti e strutturali all’interno delle politiche pubbliche. Questo approccio potrebbe cambiare il volto delle politiche carcerarie in Italia, rendendole più inclusive e orientate al recupero, piuttosto che al semplice contenimento. La strada da percorrere è ancora lunga, ma il protocollo firmato è un passo importante verso un futuro migliore per tanti.

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