Attenzione alla una nuova circolare da parte dell’Agenzia delle Entrate, contiene preziose informazioni dal punto di vista fiscale che è bene conoscere.
Ci sono importantissime novità in merito ad una delle riforme volute dal governo Meloni ed inserite nella Legge di Bilancio 2023 ma non ancora concretamente attuate nel corso del 2024. Si tratta di una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate diffusa in data 6 febbraio, una circolare che fornisce tutte le cosiddette istruzioni operative per dar forma alla nuova misura.
Che consentirà a milioni di italiani di ottenere benefici economici visibili direttamente sulla busta paga o sul cedolino della pensione. Vediamo dunque qual è il contenuto di questa comunicazione e a cosa si andranno ad applicare le linee guida in essa contenute.
Le istruzioni contenute nella circolare riguardano, nello specifico, il primo modulo dell’importante riforma fiscale prevista per l’anno in corso ovvero la completa revisione delle aliquote Irpef, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, che da quattro passeranno a tre. Pur essendo già stata approvata infatti occorrono tutte le linee guida per fare in modo che trovi applicabilità sugli stipendi e sulle pensioni erogati mensilmente.
Ecco dunque la ragione della comunicazione, contenente per l’appunto una spiegazione di come le nuove norme presenti nel decreto legislativo del 30 dicembre 2023 dovranno trovare applicazione.
I dettagli riguardano gli intervalli di reddito e le nuove aliquote fiscali delle quali è possibile trovare riscontro nell’articolo 1, comma 1 e riguardano al momento il solo anno fiscale 2024. Si tratta del 23% per tutti i redditi fino a 28mila euro (inglobando in questo gruppo anche la precedente aliquota del 25%), il 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro ed il 43% per i redditi che superano i 50.000 euro. A trarne beneficio rispetto allo scorso anno saranno dunque i redditi dell’ex seconda aliquota compresi tra 15 e28mila euro, che potranno godere di un incremento degli importi nella misura del 2%.
È stato inoltre introdotta una novità riguardante i contribuenti con reddito non superiore a 15mila euro: in questo caso il trattamento integrativo potrà essere concesso qualora l’imposta lorda relativa a redditi da lavoro dipendente ed assimilati supererà la detrazione relativa a redditi da lavoro dipendente ridotta di 75 euro (cifra che va a compensare l’incremento della somma della detrazione per i redditi da lavoro dipendente).
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