Avete cartelle esattoriali in arretrato da saldare? Ecco l’opportunità di togliervi il pensiero una volta per tutte.
Anno nuovo, cartelle vecchie. Sono moltissimi i contribuenti italiani con una o più cartelle esattoriali pendenti, in quanto non hanno potuto o voluto saldare i conti a tempo debito. Ora si prospetta per loro un’interessante possibile via d’uscita, con la rateizzazione su una scadenza lunga, fino a 10 anni e in 120 rate. Ecco tutti i dettagli e le condizioni per aderire.
Ad annunciare la possibilità di rateizzazione strutturale delle cartelle esattoriali è stato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo in una recente intervista nel corso della quale ha parlato a 360 gradi della riforma fiscale, soffermandosi in particolare sui nuovi decreti che riguardano la riscossione e le sanzioni, due temi sui quali l’intervento normativo è piuttosto urgente. Vediamo insieme le novità in arrivo.
Il “problema” delle cartelle esattoriali è tornato a farsi sentire proprio ora che, dopo le varie sospensioni per la pandemia, la crisi e le alluvioni, la giustizia tributaria ha ripreso il suo corso. L’intento dell’esecutivo è quello di rendere la riscossione non solo più semplice, ma anche più accessibile, specie per i contribuenti che si trovano finanziariamente in difficoltà a saldare i debiti con il Fisco.
I numeri sono significativi: ben 1.185 miliardi di tasse risultano non riscosse e, nelle circostanza date, occorre trovare il modo di smaltire questi debiti nel modo più indolore possibile per tutti, evitando che il debito aumenti come in un circolo vizioso, in uno spirito di collaborazione tra cittadino e Fisco. Di qui l’entrata in scena di due nuovi strumenti ad hoc: il concordato preventivo biennale e l’adempimento collaborativo.
L’idea è quella di concentrare gli sforzi di riscossione sui crediti considerati esigibili, senza sprecare energie e risorse per quelli ritenuti di difficile o impossibile esigibilità. In quest’ottica, l’Agenzia delle Entrate Riscossione, trascorso un termine di cinque anni , dovrà restituire le cartelle ancora pendenti all’ente impositore, che valuterà se intraprendere nuove richieste di recupero all’agente di riscossione.
Poi, come accennato, al contribuente dovrebbe essere concessa la possibilità di estinguere i debiti in un massimo di 120 rate, ma operando un importante distinguo: rateizzazione lunga per i contribuenti onesti che si trovano oggettivamente in difficoltà, pugno di ferro con i “furbetti” che non pagano volutamente (e magari nel frattempo si avventurano in lucrosi investimenti).
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