Per lavoratori e datori di lavoro esistono occasioni per ottenere vantaggi sul piano contributivo e fiscale: ecco cosa c’è da sapere e quali procedure attivare.
Chi lavora nel settore privato adesso ha l’opportunità di fare richiesta ai loro datori di lavoro di ottenere o un’anticipazione per il finanziamento del riscatto dei contributi previdenziali, un meccanismo che permette loro di colmare eventuali periodi non coperti da contribuzione pensionistica.
In risposta a questa iniziativa, i datori di lavoro che decidono di accollarsi tale spesa avranno accesso ad un incentivo fiscale, potendo detrarre la somma spesa dal proprio reddito aziendale o professionale. Ecco perché é bene evidenziare la dinamica del riscatto dei contributi previdenziali finanziato dai datori di lavoro, mettendo in luce cosa accade quando si sblocca questa pratica e su quanto possa influenzare i lavoratori e i loro datori di lavoro.
Il riscatto dei contributi pensionistici è una procedura che permette di integrare il proprio montante contributivo con momenti in cui non si è versato, parzialmente o totalmente, per motivi come la mancanza di occupazione o la scelta di dedicarsi allo studio all’università.
La Legge di Bilancio per il biennio 2024-2025 ha ampliato tale possibilità, permettendo il riscatto di massimo cinque anni di contributi non versati per periodi compresi tra il post-1995 e il pre-29 gennaio 2019, come espresso chiaramente nella Circolare n.5/E dell’Agenzia delle Entrate del 7 marzo 2024.
Per i lavoratori dipendenti, i costi legati a questa operazione possono essere coperti dal datore di lavoro, che di conseguenza può beneficiare di una detrazione fiscale su questa spesa, diminuendo così il proprio carico tributario. Questa possibilità concede vantaggi da entrambe le parti: il dipendente avanza verso la pensione con un montante contributivo maggiorato, mentre il datore di lavoro ha da parte sua un risparmio fiscale.
Il procedimento consiste nel fatto che il dipendente presenti domanda di riscatto all’INPS seguendo gli step richiesti, per poi avanzare la domanda al proprio datore di lavoro per affrontare la parte economica. Questa spesa, a favore del dipendente, rappresenta un costo deducibile per il datore di lavoro, applicabile al reddito d’impresa o professionale con la dichiarazione dei redditi.
I contributi che si possono riscattare possono essere quelli collegati agli anni di studio universitario, al lavoro svolto in un altro Stato, ai periodi di lontananza per gravidanza, ai congedi per motivi familiari o per studio, ma anche al lavoro parasubordinato che si è svolto prima dell’anno 1996. La vastità di periodi riscattabili si spiega con il fatto che lo Stato riconosce la flessibilità del sistema previdenziale per diverse attività professionali o occupazioni durante la propria carriera. Si tratta di un’opportunità da non perdere per recuperare qualcosa sul piano contributivo.
Dina Boluarte e Xi Jinping si incontrano a Lima per inaugurare il mega-porto di Chancay,…
Cresce in Italia la mobilitazione per abrogare la legge sull'Autonomia Differenziata, con oltre un milione…
La Consob avverte sulle crescenti frodi finanziarie su WhatsApp, dove truffatori utilizzano nomi noti per…
AirTag 2, in arrivo nel 2025, promette miglioramenti significativi in prestazioni e sicurezza, mantenendo il…
Le economie dell'Europa dell'Est, colpite dal rallentamento tedesco e dalla crisi industriale, affrontano sfide significative,…
Weekend turbolento per i viaggiatori italiani: uno sciopero di 24 ore senza fasce di garanzia…