Ormai sono prossime le date per spegnere i riscaldamenti fino al prossimo autunno. Se non stai attento rischi una bella multa.
Come per ogni primavera anche per il 2024 è arrivato il momento di arrendersi al caldo e spegnere il riscaldamento fino a dopo l’estate. E come per il momento dell’accensione ci sono delle date precise a cui si è tenuti ad attenersi a meno di non voler pagare una sanzione. I giorni non sono gli stessi su tutto il territorio nazionale, ma variano a seconda della regione.
Ci sono per la precisione sei zone in cui è stata suddivisa l’Italia per stabilire il momento in cui chiudere la valvola dei termosifoni, ciascuna con esigenze specifiche. Sono denominate ciascuna con una lettera dell’alfabeto tra la A e la F, dalla più calda a quella con temperature più rigide. Tale suddivisione è sancita dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 74/2013.
Grazie a questo sistema i cittadini italiani di ogni zona hanno la possibilità di poter usufruire del riscaldamento senza che vi siano privilegi. La fascia F per esempio, la più fredda in assoluto, non prevede limiti per lo spegnimento o l’accensione dei termosifoni, che si può decidere secondo le proprie necessità. Riguarda le zone Alpine e i comuni di Trento, Cuneo Belluno.
Le date per spegnere i riscaldamenti
Passando alle temperature leggermente più miti della fascia E, dove rientrano ad esempio le province del Veneto e della Lombardia, l’obbligo è di spegnere i termosifoni entro il 15 aprile. La stessa data limite vale per la fascia D, ma i residenti in zona E possono far andare il riscaldamento per più ore al giorno. In zona D rientrano per esempio Roma, Firenze e Matera.
Salendo ancora alla zona C si arriva a una fascia dove già dal 31 marzo vanno spenti i termosifoni, e in cui rientrano Napoli e Brindisi. Fino a questa data però il riscaldamento può andare per 10 ore al giorno, contro le otto della fascia B che però rispetta la stessa scadenza. Tra le province di fascia B ci sono Palermo e Messina.
La fascia A infine è quella più calda, dove il riscaldamento si spegne il 15 marzo e il termosifone non va mai più di sei ore al giorno. Chi non rispetta le date previste per la propria fascia indipendentemente da quale essa sia è soggetto a una multa che può variare fra i 500 e i 3.000 euro. In caso di clima più rigido si può eventualmente chiedere una proroga.