La riforma pensioni inserita nella manovra 2024 del Governo cambia tutto e lascia i lavoratori con molte incognite. Analizziamo nel dettaglio cosa succederà da gennaio.
Dopo tante incertezze la pensione anticipata Quota 103 non sarà trasformata in Quota 104. Il Governo ha deciso di lasciare in atto la Quota 103 con penalizzazione sul calcolo. Modifiche sostanziali anche per Opzione Donna sul requisito anagrafico e Ape Sociale con 5 mesi in più per il pensionamento.
La manovra delle pensioni che arriverà in Parlamento, è molto diversa a quella prospettata, cambia la flessibilità in uscita. In effetti, le modifiche apportate riguardano varie misure. In riferimento all’APE Sociale, prorogata varie volte nel corso degli anni in tutela di 4 categorie di lavoratori (lavoratori gravosi, caregivers, disoccupati e disabili 74%), si potrà accedere alla misura da gennaio 2024 con 63 anni e 5 mesi di età (nel 2023 l’accesso è a 63 anni). Inoltre, modificata anche la compatibilità con i redditi di lavoro, nel 2024 l’APE sociale sarà compatibile con un reddito di lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro (nel 2023 il tetto è 8.000 euro).
La misura Opzione donna è stata molto discussa, tante le ipotesi presentate alla fine il Governo ha deciso di innalzare il requisito anagrafico portandolo a 61 anni di età e 35 anni di contributi. Inoltre, è previsto uno sconto per ogni figlio fino ad un massimo di due anni. Con questo sconto le donne possono accedere alla pensione anticipata Opzione donna con 59 anni di età se appartenenti alle 3 categorie di tutela: invalide 74%, caregivers, disoccupate o dipendenti di aziende che hanno aperto un tavolo di confronto per gestire la crisi aziendale. I requisiti sopra esposti, devono essere maturati entro il 31 dicembre 2023.
Con la riforma pensioni 2024 resta in vigore la pensione Quota 103 con una modifica nel calcolo dell’assegno INPS mensile e della finestra mobile. In effetti, la Quota 103 sarà calcolata interamente con il metodo contributivo e non bisognerà superare il trattamento minimo INPS fino al raggiungimento dell’età pensionabile (oggi è 67 anni). Il trattamento minimo INPS equivale a 2.272 euro lordi mensili. Resta fermo il diritto alla cristallizzazione, quindi, chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2023, rientra nelle vecchie regole. Infine, la finestra mobile da 3 mesi diventa 7 mesi per i dipendenti del settore privato e 9 mesi per i dipendenti del settore pubblico.
Nella riforma pensioni sono previste anche altre misure che riguardano il taglio di pensioni future per alcune categorie di dipendenti del pubblico impiego (ex INPDAP). Ad esempio: dipendenti delle amministrazioni locali, insegnanti di scuola elementare, personale sanitario. Si tratta di una riduzione che riguarda la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo.
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