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Reshoring, cos’è e come funziona

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Dalma Bonaiti

Tutto sulla pratica del Reshoring: cos’è, come funziona e perché è importante per l’economia, rimanendo aggiornato sulle ultime novità.

Il 16 di ottobre, il Consiglio dei Ministri ha ratificato nuove misure di supporto alle Piccole e Medie Imprese (PMI). Secondo le dichiarazioni riassuntive del Ministro Urso, fatte in occasione della conferenza stampa che ha seguito l’approvazione dei provvedimenti relativi alla manovra fiscale del 2024, queste misure sono state introdotte per sostenere l’economia del Paese, incentivare gli investimenti e la produzione italiana, nonché promuovere il ritorno degli investimenti esteri in Italia.

Più specificamente, questi provvedimenti sono inclusi nei decreti “Anticipazioni Finanziarie” e “Fiscalità Internazionale”.

Reshoring: definizione e funzioni

Il fenomeno economico noto come reshoring, che rappresenta l’opposto di offshoring, consiste nel ritorno delle aziende nei loro paesi d’origine dopo aver precedentemente delocalizzato in nazioni asiatiche come la Cina e il Vietnam o in paesi dell’Europa dell’Est come la Romania e la Serbia.

Prima della comparsa della pandemia di Covid-19, il contrafflusso, almeno per l’economia italiana, ha interessato principalmente le imprese di alta qualità che cercavano di valorizzare il marchio Made in Italy e di posizionare i loro prodotti verso il segmento superiore del mercato. Per le altre aziende coinvolte in questo fenomeno, il ritorno ai loro paesi d’origine è stato determinato da vari fattori economici. Questi includono le fluttuazioni nel costo del petrolio, la lentezza dei trasporti marittimi che non può competere con la rapidità del mercato, la costante necessità di rinnovamento e, infine, l’inevitabile aumento dei salari in Asia e nell’Europa dell’Est, e quindi il costo della manodopera, a fronte di un’insufficiente competenza o, in ogni caso, di una competenza da sviluppare da zero, con attività di formazione specifiche.

Foto | metamorworks @Canva – lamiapartitaiva.it

Il 16 ottobre il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a importanti misure riguardanti il reshoring.

In particolare, queste misure puntano a promuovere la realizzazione di attività economiche nel territorio italiano, grazie a uno stimolo finanziario specifico. Questo stimolo si traduce in un’esenzione fiscale.

Essa si articola in due parti:

  • La prima nega l’inclusione nel calcolo della base imponibile delle imposte sul reddito e del valore della produzione per l’IRAP.
  • La seconda prevede una detrazione del 50% del reddito imponibile derivato da attività d’impresa e dall’esercizio di professioni svolte in associazione trasferite in Italia da un Paese estero, che non sia membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo.

Questo vantaggio fiscale è valido nell’anno fiscale in cui avviene il trasferimento e per i cinque anni fiscali successivi alla fine del periodo di agevolazione.

Si prevede la riscossione del vantaggio se l’impresa economica ceduta, per la quale è stato concesso il beneficio, venga in seguito spostata in un paese non europeo o non appartenente all’Area economica europea nel corso del periodo di utilizzo del beneficio o entro dieci cicli fiscali dalla fine del periodo di concessione.

Le attività svolte in Italia nei 24 mesi precedenti alla loro cessione non rientrano tra quelle che possono beneficiare di queste agevolazioni.

Questo limite è destinato a prevenire l’ottenimento di vantaggi fiscali da parte di attività che erano precedentemente attive in Italia e successivamente trasferite all’estero, per poi essere riportate in Italia con l’unico scopo di ottenere un beneficio fiscale.

La strategia fiscale del 2023 comprende diverse facilitazioni per le Piccole e Medie Imprese (PMI), come riportato nel comunicato del MIMIT del 16 ottobre.

Tra queste misure vi è la ri-finanziamento della Nuova Sabatini per l’anno 2023, che prevede un finanziamento accessibile alle aziende in un’unica soluzione.

I fondi previsti per questa legge, in particolare, ammontano a 50 milioni di euro, disponibili immediatamente per il 2023.

L’aspetto più interessante di questa legislazione è che la quota di finanziamento sarà disponibile per le imprese richiedenti in un’unica soluzione, rendendo possibile la fusione delle varie rate.

Questo aiuto è rivolto a sostenere gli investimenti in beni strumentali per le microimprese, le piccole e le medie imprese, facilitando l’accesso al credito con tassi di interesse vantaggiosi.

Riguardo al credito fiscale “ricerca e sviluppo”, si è deciso di sincronizzare il processo di certificazione del credito fiscale, che è stato ratificato il 15 settembre passato e che entrerà in vigore dal prossimo anno, con i termini di possibile rimborso che sono stati posticipati al 30 giugno 2024.

Così facendo, il Registro dei certificatori, di recente creazione, potrà confermare con certezza a chi spetti realmente il diritto.

Nella legge di Bilancio confermata la Nuova Sabatini

L’approvazione del rifinanziamento della Nuova Sabatini è stata recentemente confermata. Si tratta di un incentivo promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, finalizzato a facilitare l’accesso al credito per le imprese e a incrementare la competitività del settore produttivo italiano. Durante l’ultimo incontro del Consiglio dei Ministri (CdM), sono state presentate notevoli misure a favore delle aziende italiane per promuovere gli investimenti e la produzione nel Paese, nonché incentivare il reshoring. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha sottolineato la rilevanza di tali interventi per l’economia nazionale.

Relativamente alla Nuova Sabatini, il CdM ha assegnato 50 milioni di euro. Questi finanziamenti saranno subito disponibili per le imprese e saranno erogati in una sola soluzione, permettendo quindi alle aziende di unire le tre rate. Inoltre, è stato riconfermato nel Bilancio 2024 che sarà rifinanziata anche la legge Sabatini.

La “Nuova Sabatini” è un incentivo che promuove gli investimenti in strumenti come macchinari, attrezzature, sistemi e beni d’uso. Questo sostegno comprende anche l’acquisto o il leasing di software e soluzioni digitali.

Essa è pensata principalmente per le piccole e medie imprese con le seguenti caratteristiche:

– Sono iscritte nel Registro delle imprese.
– Lavorano in maniera regolare e non sono in stato di liquidazione.
– Non hanno percepito aiuti vietati dall’Unione Europea.
– Non affrontano problemi finanziari.
– Possiedono un ufficio o un’unità operativa in Italia.

Tutti i settori sono ammessi, ad eccezione di quello finanziario e assicurativo. Gli acquisti effettuati devono riguardare beni nuovi, ad esempio sistemi e programmi informatici. Non sono accettati beni second-hand o terreni e edifici. Infine, gli investimenti devono essere collegati all’attività dell’impresa.

La caratteristica più saliente di questo rinnovamento della Nuova Sabatini è che sarà disponibile per le aziende richiedenti in una sola porzione, permettendo la fusione delle quote. Quindi, stiamo tornando alla fruizione totale del vantaggio, come era il caso alcuni anni fa. È senza dubbio una novità significativa per una misura fondamentale, dato che, sostenendo le PMI nel realizzare investimenti in beni strumentali, facilita l’accesso al prestito con tassi di interesse ridotti in un’ambiente che ha visto un severo rafforzamento sui tassi imposto dalla BCE negli ultimi dodici mesi.

Dalma Bonaiti

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