Se vuoi aprire partita iva per avviare una tua attività, prima di scegliere il regime forfettario valuta bene questi aspetti.
In Italia, per poter avviare una propria attività imprenditoriale o da libero professionista è necessario avere la partita iva. Questa identifica il suo titolare e gli consente di contribuire l’iva all’Agenzia delle Entrate: devono aprirla, quindi, i lavoratori autonomi che guadagnino più di 5mila euro all’anno o la cui attività è continuativa nel tempo. Molte persone, quando la aprono, scelgono il regime forfettario: ecco in cosa consiste.
Quando si apre partita iva si deve scegliere un regime fiscale: ne esistono di diversi tipi, a seconda delle proprie esigenze e necessità. Quello forfettario è stato introdotto nel 2015 ed è l’unico a tassazione agevolata che si può applicare sia alle partite iva che alle nuove attività come startup, nonché alle partite iva già esistenti. Da molti scelto come regime fiscale iniziale, in realtà ci sarebbero alcuni aspetti da considerare prima di optare per questo.
Il regime forfettario risulta molto conveniente per i commercianti, gli artigiani e i liberi professionisti alle prime armi nella loro attività: possono accedervi le persone che hanno ricavi o compensi totali che non superano gli 85mila euro annui, che abbiano la residenza fiscale in Italia e che non siano soci di società di persone. I vantaggi, quindi, sono relativi alla tassazione agevolata (poiché per i primi cinque anni si applica un’imposta sostitutiva del 15% o addirittura del 5%) e l’esonero dal versamento dell’Iva, nonché da diversi adempimenti ulteriori.
Dall’altro lato, però, il regime forfettario ha degli svantaggi che non possono non essere considerati. Innanzitutto, l’IVA sugli acquisti non è detraibile, così come tutti i costi sostenuti per l’attività professionale o imprenditoriale sono ininfluenti ai fini reddituali poiché vengono considerati forfettariamente. Questo può essere un problema, se si vuole avviare un’attività con molti costi, che quindi non si possono scaricare.
Inoltre, chi ha un regime forfettario può avere dipendenti ma non può dargli all’anno più di 20mila euro lordi: se l’attività ha in previsione una crescita rapida, quindi, questo regime può non essere il migliore. Inoltre, in sede di dichiarazione dei redditi non si può portare in detrazione nessuna spesa, quindi ogni spesa medica, sanitaria o per familiari a carico non segue il sistema di detrazioni dell’IRPEF. Se quindi si hanno diverse spese mediche, sanitarie oppure si ha la necessità di pagare i dipendenti più di 20mila euro lordi all’anno, forse il regime forfettario non è l’ideale.
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