Tasse

Regime forfettario, cos’è e come funziona

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Federica Giovannetti

Si tratta di una forma di tassazione molto conveniente e semplificata per i lavoratori autonomi titolari di partita Iva. Prevede l’applicazione di un’imposta unica del 15%, che scende al 5% per i primi cinque anni di attività

 

Il regime forfettario è l’unico regime fiscale agevolato attualmente disponibile in Italia. Si tratta di una formula molto conveniente, introdotto dalla legge di Stabilità 2015, che ha preso il posto dei regimi agevolati precedenti (nuove iniziative produttive, “ex minimi” e nuovi minimi). È anche chiamato flat tax in quanto prevede un’aliquota fissa sull’imponibile.

Il requisito prioritario per accedere al regime forfettario è quello di aprire una partita Iva e di farlo come imprenditori individuali o professionisti.

È riservato a quanti lavorano in autonomia ma detengono un reddito ridotto. Si tratta dunque di una soluzione ottimale per quei lavoratori autonomi che hanno una professione in forma individuale o lavorano nell’arte, a patto che rispettino i requisiti stabiliti dalla legge per non incorrere nell’esclusione (come il tetto del reddito).

Regime forfettario: cos’è

Si tratta di un regime semplificato per quanto riguarda la tassazione dei redditi dei lavoratori autonomi o d’impresa, che sono soggetti a un’imposta sostitutiva di quelle previste a livello ordinario (Irpef, addizionali regionali e comunali e Irap).

Prevede l’applicazione di un’aliquota unica pari al 15%, che scende al 5% nei primi cinque anni di attività per le nuove imprese o per coloro che aprono per la prima volta una Partita Iva.

L’imposta viene applicata al reddito imponibile, che si calcola a partire da ricavi e compensi effettivamente incassati moltiplicati per il coefficiente di redditività, un valore associato al codice ATECO scelto per la propria attività.

Per accedere al regime forfettario i ricavi o i compensi devono essere inferiori agli 85mila euro annui (il precedente importo di 65mila euro è stato modificato dalla legge di Bilancio 2023).

Un altro requisito, reintrodotto dalla legge di Bilancio 2020, riguarda le spese sostenute per personale dipendente o per lavoro accessorio, che non possono superare il limite di euro 20mila.

Infine i redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente percepiti nell’anno precedente devono essere inferiori a 30mila euro. Fra questi redditi rientrano anche le pensioni.

Foto Unsplash / Bench Accounting – Lamiapartitaiva.it

Chi può accedere al regime forfettario

Possono accedere al regime forfettario le persone fisiche che esercitano un’attività d’impresa, di arte o professione (incluse le imprese familiari). Sono escluse invece le società sia di persone che di capitali nonché le associazioni professionali.

Ci sono delle condizioni che portano a escludere anche queste categorie dal regime forfetario, che dunque devono optare per quello ordinario o semplificato.

• Coloro che hanno una partecipazione in società di persone, associazioni, imprese di tipo familiare.

• Coloro che hanno un controllo diretto di società Srl o in attività economiche che rimandano alle prestazioni conseguite con il regime forfettario.

• Professionisti che operano con attività riconducibile a un datore di lavoro, anche nel caso vi fossero stati rapporti nei due periodi che hanno preceduto l’imposta.

• Persone che hanno conseguito l’accesso a regimi speciali rispetto all’Iva nonché ai regimi forfetari di determinazione rispetto al reddito.

• Soggetti che non risultano residenti in Italia, con l’eccezione dei residenti nell’Unione europea o in uno Stato che aderisce all’Accordo sullo spazio economico.

• Soggetti il cui reddito deriva soprattutto da cessioni di fabbricati, porzioni degli stessi, da mezzi di trasporto nuovi o da terreni edificabili

Le scadenze delle imposte

Per quanto riguarda la scadenza delle imposte ci sono due date da tenere a mente:

• Il 30 giugno avviene il saldo dell’imposta sostitutiva relativa all’anno precedente e il primo acconto per l’anno corrente.

• Il 30 novembre, il secondo acconto dell’imposta sostitutiva per l’anno in corso.

I professionisti con regime forfettario sono inoltre tenuti al versamento dei contributi previdenziali. La loro entità e la relativa scadenza è diversa a seconda della categoria professionale di appartenenza:

Lavoratori con una cassa previdenziale inerente all’ordine professionale di riferimento (come ingegneri, architetti,       medici). Le informazioni sono fornite dall’ordine stesso

Professionisti che non hanno una particolare cassa previdenziale. Viene attuata la “gestione separata” presso  l’Inps.

Commercianti e artigiani. I contributi vanno versati alle gestioni relative dell’Inps. Le scadenze previste sono quattro (16 febbraio, 16 maggio, 20 agosto e 16 novembre).

La fattura elettronica

Dal primo luglio del 2022, i contribuenti in regime forfettario che nell’anno precedente hanno percepito ricavi o compensi superiori a 25mila euro devono emettere fattura elettronica. Questo obbligo si estenderà a tutti gli altri forfettari, indipendentemente dal reddito, il primo gennaio del 2024.

Federica Giovannetti

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