Dal primo gennaio 2024 cambieranno molte cose per le Partite IVA a regime forfettario: tutti gli effetti delle modiche introdotte.
L’Agenzia delle Entrate, tramite la circolare 32/E, ha cercato di fare chiarezza su tutte le novità che interesseranno nel 2024 il regime forfettario, in seguito all’applicazione della legge di Bilancio 2023 e l’introduzione dell’aliquota fissa per una nuova soglia. L’aliquota per i forfettari è del 15%, ed è sempre riservata alle persone fisiche titolari di partita IVA che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale.
La principale novità riguarda la soglia che ora sale fino a 85.000 euro. Entro questo fatturato, già a partire dal 2023, è dunque consentita la permanenza nel regime agevolato a chi già lo applicava nel 2022. Allo stesso modo, la soglia limite riguarderà l’ingresso di tutti i nuovi soggetti interessati nel 2024 ad aderire al regime forfettario.
Il Governo ha poi introdotto una speciale causa di fuoriuscita “immediata” dal regime. Si tratta del superamento della soglia di 100.000 euro di ricavi o compensi percepiti nel corso dell’anno. L’altra novità importante, sempre relativa all’anno 2024, e che interesserà tutti i contribuenti in regime forfettario, è l’obbligo della fatturazione elettronica.
Per adempiere a questo obbligo è necessario un software di fatturazione elettronica compatibile con le specifiche richieste. Cioè un programma in grado di generare e inviare le fatture elettroniche nei formati XML al Sistema di Interscambio (SdI), ossia la piattaforma dedicata dell’Agenzia delle Entrate.
In generale, le regole fiscali sull’IVA per chi gode del regime forfettario rimangono invariate. Non si addebita quindi l’IVA in fattura ai clienti e non la si può detrarre sugli acquisti. I forfettari non possono nemmeno liquidare l’imposta e versarla.
Dunque, per emettere fatture elettroniche, il contribuente con regime forfettario dovrà presto dotarsi di un’applicazione per poter archiviare e consegnare il documento XML richiesto dall’Agenzia. Poi, in base alle novità riferite dalla nota dell’Agenzia, è già facile anche capire quante tasse pagheranno le partite IVA a regime forfettario.
Se in corso d’anno si percepiscono ricavi o compensi per un importo superiore al limite di 85.000 euro ma inferiore ai 100.000 si rimane sempre all’interno del regime agevolato nell’anno in corso, per poi uscirne in quello successivo. Ciò comporterà la rettifica dell’IVA non detratta.
Invece, il contribuente che nel corso dell’anno supera la soglia dei 100.000 euro di incasso passa al regime ordinario nello stesso anno. E questo è il punto fondamentale. In pratica, il massimo di tasse che si può pagare in regime agevolato è di 12.750 euro.
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