Rata Rottamazione cartelle con domiciliazione bancaria, se non ho i soldi sul conto, cosa succede?

Per chi ha scelto la domiciliazione bancaria per il pagamento delle rate della Rottamazione, può essere rischioso non avere soldi sul conto.

La domiciliazione bancaria per il pagamento delle imposte e delle utenze può essere molto vantaggiosa, perché consente il risparmio di tempo e denaro.

mancanza di soldi su conto corrente per pagamento rottamazione
Attenzione a non lasciare il conto scoperto se si sceglie la domiciliazione bancaria (lamiapartitaiva.it)

Evita, infatti, di dover andare fisicamente in banca oppure all’Ufficio Postale per pagare l’apposito bollettino o di effettuare il pagamento telematicamente.

È un ottimo metodo anche per non incorrere in pagamenti tardivi, perché l’importo da versare viene scalato direttamente dal conto e non c’è pericolo di dimenticare le scadenze.

Questo vale anche per il saldo delle rate oggetto della Rottamazione della cartelle esattoriali.

In questo caso, tuttavia, bisogna stare attenti a non lasciare il conto corrente scoperto, per evitare che l’addebito non vada a buon fine e che si decada dal diritto alla definizione agevolata. In base alla normativa, infatti, si hanno al massimo 5 giorni di tolleranza per pagare oltre la scadenza, dopodiché si perde la possibilità di usufruire del beneficio, anche solo dopo una rata non saldata.

Cosa può fare il contribuente che ha optato per la domiciliazione bancaria ma che si ritrova senza soldi sul conto alla data di scadenza? Scopriamolo.

Domiciliazione bancaria e Rottamazione: le regole per non perdere il diritto all’agevolazione

Il 31 ottobre 2023 è la data scelta dal Fisco per il pagamento della prima rata della Rottamazione quater (in caso di pagamento dilazionato) oppure dell’unica rata (in caso di pagamento in una sola soluzione).

La scadenza della seconda rata, invece, è fissata al 30 novembre 2023. Sia prima sia seconda rata ammonteranno al 10% dell’importo dovuto per la definizione agevolata.

Il saldo rateale può avvenire in un massimo di 18 quote, suddivise in 5 anni. Dal 2024, le scadenze sono fissate al 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre.

Dal 1° novembre si introdurranno gli interessi al tasso del 2% annuo.

L’addebito diretto sul conto corrente è una modalità di pagamento che va attivata dall’interessato, sulla base delle informazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate nella lettera di accoglimento della domanda di definizione agevolata.

Se, alla scadenza delle rate, non ci sono abbastanza soldi sul conto per saldare l’intero importo dovuto, il contribuente ha due possibilità:

  1. versare, di propria iniziativa, altri soldi sul conto corrente;
  2. pagare il bollettino presso lo sportello della banca o dell’Ufficio Postale.

In ogni caso, ricordiamo che bisogna provvedere non oltre 5 giorni dal termine di scadenza.

Se si decide di pagare tramite bollettino, è consigliabile inviare una copia della ricevuta di pagamento all’Agenzia delle Entrate, per provare l’avvenuto versamento.

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