Ci sono casi in cui il Fisco deve arrendersi e non può bussare alla porta del contribuente per presentare le cartelle esattoriali.
Nei giorni scorsi si è parlato parecchio del caso dell’imprenditore Massimo D’Alessio. Il soggetto aveva più di 13 milioni di debiti con il Fisco per tasse non pagate. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, ha inviato la notifica della mega cartella esattoriale a un indirizzo sbagliato, e per questo motivo il debitore è salvo: non dovrà pagare ciò che doveva. Assurdo ma vero.
Per gli altri comuni mortali, cioè per coloro che non hanno milioni di tasse non pagate, ci sono comunque novità interessanti. Grazie alla nuova riforma della riscossione delle cartelle esattoriali, alcune persone avranno dei vantaggi sui pagamenti. Il che, però, non fa felici tutti…
Come abbiamo già spiegato su questo sito, la riforma prevede lo stralcio delle cartelle esattoriali dopo 5 anni nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate non sia riuscita a recuperare le somme. Inoltre, qualora il contribuente si dimostrerà nullatenente, dal 2025, potrebbe annullare il suo debito con il Fisco già dopo sei mesi.
Per coloro che invece dimostreranno di avere difficoltà economiche, le attuali 72 rate mensili passeranno, sempre dall’anno prossimo, a un massimo di 120 rate. In questo senso, il Fisco dovrà aspettare fino a dieci anni per recuperare tutto ciò che chiede: dovrà attendere parecchio.
L’allungamento dei tempi per saldare i debiti con il Fisco interesserà chi sarà in grado di attestare le difficoltà economiche attraverso l’ISEE o con indici contabili. Ma ci sono anche altri casi in cui il Fisco dovrà attendere. I dieci anni di attesa sono concessi anche a chi ha debiti sopra i 120.000 euro. Proprio così.
Quando il Fisco deve attendere fino a dieci anni
Dunque i più ricchi saranno ancora avvantaggiati. Sui debiti superiori ai 120.000 euro, il dilazionamento in 120 rate mensili scatterà in modo automatico. Secondo quanto anticipato, il discarico automatico sarà concesso anche nei cari casi di liquidazione giudiziale o di fallimento.
I debitori che non hanno beni suscettibili a pignoramenti e i nullatenenti si sentiranno quindi ben al sicuro: il Fisco non solo dovrà aspettare a lungo prima di poter avanzare pretese ma potrebbe addirittura dover praticare lo stralcio in tempi record.
Da un punto vista normativo c’è qualcosa che non torna. Dato che per principio il Fisco dovrebbe tenere in considerazione non solo i beni presenti ma anche quelli futuri. Il Governo parla di procedure “svuota magazzino delle cartelle esattoriali”. Ma tutte queste possibilità dovrebbero essere applicabili unicamente alle quote consegnate al riscossore dal primo gennaio 2025. Non sono quindi ammesse qualora al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di affidamento risulti sospesa la riscossione.