Nel 2024 varie agevolazioni sono sparite e alcuni importanti bonus sono stati cancellati: ecco gli aiuti fiscali rimasti in vigore.
Per rimodulare le aliquote IRPEF e finanziare la riforma fiscale, il Governo Meloni ha cassato o limitato vari bonus nel 2024. Non c’è più di reddito di cittadinanza e sta per sparire del tutto anche il Superbonus. Nel frattempo si è ridotto moltissimo anche il contributo noto come bonus in bolletta (sostituito in parte dal bonus sociale). Fra gli aiuti fiscali rimasti nel 2024 non c’è più nemmeno il bonus industria 4.0.
Nel 2024 sparisce anche ACE (Aiuto alla crescita economica). Mentre ci sono importanti limitazioni al bonus mobili, al bonus Verde, il bonus sicurezza e il bonus barriere architettoniche. Non cambia invece nulla per il sismabonus. L’esecutivo pensa comunque che il taglio del cuneo fiscale, confermato anche per il 2024, potrebbe tradursi in un beneficio fiscale per tantissimi contribuenti.
Per ora la riforma riguarda i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35.000 euro, anche se da più parti di chiedono modifiche per favorire i redditi medio-bassi. Una delle novità più importanti in relazione ai bonus rimasti ha a che fare con il 730.
Da quest’anno il modello 730 senza sostituto di imposta può essere presentato da chiunque. Quindi anche da coloro che sono assunti e hanno un sostituto d’imposta. Fino al 2023 tale possibilità era concessa solo ai lavoratori domestici e ai disoccupati. In questo senso tantissimi contribuenti potrebbero non dover più passare per il datore di lavoro per il rimborso del 730.
I bonus rimasti nel 2024 e il caso del rimborso sul 730
Fra i bonus più importanti da considerare a livello fiscale c’è dunque proprio la possibilità di detrarre e produrre deduzioni sul 730, recuperando l’IRPEF dalle spese sostenute. Senza sostituto d’imposta, nel 2024, molti lavoratori potranno evitare che il datore di lavoro, in base alla capienza fiscale, conceda il rimborso a rate. E si potrebbe anche evitare che il sostituto di imposta senza capienza fiscale non restituisca il rimborso nell’anno di spettanza.
In realtà il 730 ha “successo” proprio perché dà la possibilità di ricevere il rimborso direttamente in busta paga dal mese di luglio, cioè in maniera veloce. Ciononostante, in svariati casi è più conveniente attendere il rimborso di fine anno da parte dell’Agenzia delle Entrate, per ottenere il tutto in un’unica soluzione.
Il rimborso a rate dà poca soddisfazione (i soldi sono pochi se divisi). In più, i lavoratori il cui sostituto di imposta potrebbe non avere capienza fiscale non vogliono rischiare di dover attendere la dichiarazione dell’anno seguente per avere il rimborso fiscale cui hanno diritto. Lecito.