Sì, è possibile mettere in pratica alcuni accorgimenti per cercare di tutelare il proprio futuro pensionistico e aumentare la propria pensione.
Attraverso alcuni passaggi fondamentali, il lavoratore può incidere sul proprio futuro economico da pensionato, provando a massimizzare l’entità del possibile assegno previdenziale da incassare a fine carriera. Innanzitutto è necessario imparare a tenere sotto controllo la propria situazione contributiva. Per farlo, il primo consiglio è quello di verificare regolarmente i propri versamenti sul sito INPS. Poi è possibile sfruttare alcune possibilità accessorie per poter aumentare la propria pensione.
Il nuovo metodo di calcolo pensionistico non si basa più sugli ultimi stipendi ricevuti (cioè sul cosiddetto sistema retributivo) ma sui contributi versati nell’arco della carriera lavorativa, cioè sull’ibrido sistema contributivo. In pratica, cifra che si ottiene con la pensione non dipende solo dal lavoro che si è svolto.
A determinare la cifra che apparirà sull’assegno pensionistico sono soprattutto gli anni in cui si è lavorato e quanti contributi sono stati versati. In tal senso per provare ad aumentare il peso della propria pensione la prima possibilità da sfruttare è quella di una ricongiunzione dei contributi.
Per legge è infatti possibile riunire sotto un’unica gestione previdenziale i contributi versati sotto un’unica gestione. Ed è questa la strada principale per ottenere un assegno pensionistico di importo più alto. La ricongiunzione è a pagamento, ma si può anche richiedere gratis il cumulo dei contributi.
Il cumulo implica la possibilità riunire un’unica gestione i contributi versati in casse differenti, comprese quelle dei liberi professionisti. Un’altra strada importante per poter aumentare la pensione è il riscatto degli anni di laurea. In alternativa, è sempre utile considerare l’opportunità di sottoscrivere fondi di previdenza complementare.
Salvaguardare e aumentare la propria pensione: tutte le strategie
Il riscatto di laurea permette di convertire gli anni trascorsi all’università in anni utili per l’anzianità contributiva. Questi anni, sommati a quelli di lavoro, permettono dunque di andare in pensione prima. La domanda di riscatto non è soggetta ad alcun termine.
In pratica, può essere avanzata in qualsiasi momento. Ma prima lo si fa e meno costa, dato che la somma da versare è calcolata sul proprio reddito-stipendio. E tenendo conto che, in genere, nei primi anni di lavoro si guadagna meno, appare quasi sempre conveniente riscattare gli anni di laurea fin da subito.
Vale infine la pena integrare la pensione obbligatoria aderendo al sistema di previdenza complementare. In questo senso, il conferimento del TFR può trasformarsi nella principale fonte di finanziamento per le forme pensionistiche complementari, che permettono di ottenere rendimenti più elevati di quanto non faccia il TFR mantenuto in azienda con una tassazione notevolmente ridotta.