Anche per i giovani di oggi ci sono dei modi per andare in pensione: ma la normativa impone alcune limitazioni difficili da superare.
Per chi è inserito nel mondo del lavoro e ha meno di 35 anni, il sogno di andare in pensione anticipata a 64 anni, come immaginato dalla riforma Fornero, sembra più un miraggio impossibile che una realtà praticabile. Questo scenario è legato perlopiù al metodo di calcolo della pensione, fondato solamente sui contributi versati, e all’obbligo di raggiungere una pensione minima, dopo almeno vent’anni di contributi. Per molti questa soglia sembra inarrivabile.
L’opzione della pensione anticipata a 64 anni, nonostante sia a livello teorico possibile, nella realtà si rivela fattibile solo per chi ha avuto la fortuna di iniziare una carriera di alto livello fin dalla giovinezza, mettendo da parte così un consistente montante contributivo. Il momento cruciale per accedere a tale tipo di pensione si basa sul raggiungimento di una soglia minima di reddito pari a tre volte l’assegno sociale. Di fatto si tratta di un obiettivo molto complicato da ottenere per la maggior parte dei lavoratori.
Per accedere alla pensione anticipata a 64 anni, si richiede un minimo di vent’anni di contributi. Nonostante questo, il dibattito si concentra su quanto debba essere alto il montante contributivo per poter usufruire di questa opportunità. Per questo anno, la soglia minima è stata fissata a 1.603 euro mensili, secondo l’ultima legge di bilancio che ha alzato il limite al triplo dell’importo dell’assegno sociale. Questo significa che, al di sotto di tale cifra, il diritto alla pensione anticipata non viene attribuito.
Pensione anticipata: tutte le incognite per i giovani
Data la media delle pensioni in Italia lo scorso anno leggermente superiore ai 1.150 euro al mese, è evidente la sfida rappresentata dal requisito imposto dalla normativa. Nonostante ciò, alcuni lavoratori potranno accedere a questa via, ma è essenziale avere un montante contributivo significativo, stimato in almeno 400.000 euro, raggiungibile solo attraverso una carriera lavorativa particolarmente remunerativa.
La questione diventa più difficile ancora di più con il ritorno dell’inflazione, che ha portato a un incremento dell’assegno sociale e, di conseguenza, alla soglia minima per la pensione anticipata, che continuerà ad aumentare negli anni a venire. Questo aumento, insieme alla bassa crescita salariale in Italia, allontana ancora di più la possibilità di raggiungere il necessario triplo dell’assegno sociale.
Ecco così che il ricalco dei montanti contributivi, basata sull’andamento del PIL piuttosto che sull’inflazione, e l’aggiornamento periodico dei coefficienti di trasformazione in funzione dell’aspettativa di vita, fanno sì ancora più arduo il raggiungimento della pensione anticipata a 64 anni. Questi strumenti, nel loro complesso, riducono di molto le possibilità per molti lavoratori di accedere a questa opzione, enfatizzando le sfide poste dal sistema pensionistico attuale e dalle sue recenti riforme.