Subire un taglio delle pensioni è uno spettro temuto da molti, è bene sapere cosa ci si debba aspettare per non farsi trovare impreparati.
L’età in cui si termina la propria attività lavorativa è ormai diventata sempre più elevata, per questo non ci si può che augurare di poter arrivare a quel traguardo in buone condizioni fisiche e godersi il meritato riposo. Quello può essere infatti il momento in cui ci si sente maggiormente liberi dagli impegni, per questo ci si può dedicare ai propri affetti più cari, come i nipotini e, perché no, concedersi se possibile anche una vacanza.
Mettere in atto questi progetti non può che diventare più semplice se le pensioni che si riescono a percepire consentono di avere uno stile di vita dignitoso, soprattutto in un periodo come questo in cui quasi tutti i prodotti hanno subito aumenti non da poco. Il timore che l’assegno sia basso è però diffuso, così come quello che nel corso del tempo possa esserci un taglio anche piuttosto sostanzioso se le casse dello Stato non riescono a sostenere tutti i costi.
L’inflazione, salvo brevi periodi, continua a essere elevata, per questo non può che portare ad aumenti anche piuttosto consistenti della maggior parte dei prodotti che finiscono sulla nostra tavola e non solo. Riuscire a sostenere ogni spesa è però tutt’altro che semplice, al punto tale che c’è chi si ritrova quasi con l’acqua alla gola negli ultimi giorni del mese.
Non va certamente meglio a chi rientra tra le persone che percepiscono le pensioni minime, ma anche chi riceve un assegno più sostanzioso non è detto sia esente da problemi. Non tutti lo sanno, ma per poter liquidare quanto previsto è necessario che si riscontri quello che viene definito “importo soglia”, in caso contrario non può che esserci un posticipo.
In questa situazione si ritrovano i lavoratori che rientrano esclusivamente nel sistema contributivo, che possono andare in pensione già a 64 anni di età con solo 20 anni di contributi versati, ma solo se raggiungono appunto questo importo. La cifra deve essere di tre volte superiore l’assegno sociale vigente nell’anno del pensionamento. L’entità della pensione minima viene infatti aggiornata di anno in anno, nel 2024 è pari a 534,41 euro al mese.
Non va molto meglio nemmeno per chi decide di usufruire dell’Ape sociale. In questo caso è indispensabile avere i 63,5 anni di età e 30 o 36 anni di contributi, a seconda della categoria. Le pensioni non possono superare i 1.500 euro al mese, un limite che rimane in vigore fino al raggiungimento dei 67 anni di età, proprio perché si tratta di una misura pensata per agevolare in attesa del momento in cui si arriva all’età pensionabile, come accade ad esempio per i caregiver, disoccupati, invalidi o chi fa un lavoro gravoso.
Tra i lavoratori che rischiano di subire un taglio alle pensioni ci sono anche quelli che decidono di concludere la propria carriera lavorativa usufruendo di “Quota 103”, disponibile anche nel 2024, ma con un importo più basso rispetto a un anno fa.
In questo caso il lavoratore non può percepire una prestazione superiore a quattro volte il trattamento minimo. Questo significa che il lordo non può essere più elevato 2.394,44 euro. Nel 2023, il limite era di 2.839,70 euro al mese, con il trattamento minimo fissato a 567,94 euro.
Se si arriva alla quota prestabilita a 67 anni di età non si deve però più sottostare a questo vincolo.
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