Conoscere le novità relative alla previdenza è importante per ogni lavoratore, alcuni potranno andare in pensione prima del previsto.
Negli spazi informativi che spesso ascoltiamo in Tv o leggiamo sui giornali periodicamente possiamo trovare novità relative alla previdenza, termine con cui si intendono le varie forme di tutela e assistenza dei lavoratori che portano all’erogazione di somme di denaro. Tra queste rientrano anche le pensioni, obiettivo che ogni persona non può che aspirare a raggiungere, nonostante negli ultimi l’età a cui si arriva a questo traguardo sia stata innalzata.
Fortunatamente non è così per tutti, anzi c’è chi può usufruire di quello che viene definito “scivolo”, grazie a cui è possibile anticipare di qualche tempo il momento in cui interrompere l’attività lavorativa. Come è facile immaginare, non si tratta di un vantaggio possibile per tutti, ma che richiede determinati requisiti.
Sapere quando si ha diritto alla pensione può essere davvero importante, per questo sarebbe bene essere informati in anticipo su quanto previsto dalla previdenza. Fino a qualche anno fa l’idea di lasciare il proprio impiego in anticipo era guardata in maniera negativa, al punto tale che era stato coniato un termine ad hoc, quello di “esodato”, che stava però a indicare quelle persone che non potevano più lavorare ma che non avevano ancora raggiunto l’età pensionabile.
Ora fortunatamente la situazione sembra essere cambiata, ma in meglio. È il caso di chi ha diritto a quella che viene definita “Isopensione”, grazie a cui si può concludere la propria carriera lavorativa ben sette anni prima rispetto a quanto inizialmente previsto.
Non si deve quindi più rispettare quanto previsto dalla Legge Fornero, normativa che ha fatto non poco discutere sin da quando è stata introdotta proprio perché comportava di dover restare in servizio a un’età non così bassa (con evidenti conseguenze sul ricambio generazionale).
Per poter usufruire di questa agevolazione è però fondamentale essere in possesso di alcuni requisiti ben precisi. È innanzitutto necessario che l’azienda non abbia più di 15 dipendenti e che abbia sottoscritto un accordo ad hoc con Inps e sindacati. L’impresa deve inoltre manifestare apertamente di avere eccedenza di personale, mentre il lavoratore interessato dovrà essere al massimo a 7 anni dalla maturazione dei requisiti anagrafici di vecchiaia per la messa in quiescenza.
Chi vorrà sfruttare questa novità importante per la previdenza del nostro Paese non potrà che essere interessato a sapere quanto arriverà poi a percepire una volta raggiunta la pensione.
L’azienda sarà tenuta a versare un assegno al lavoratore con un importo equivalente alla pensione, attraverso oneri interamente a suo carico. Questo dovrà avvenire per tutto il periodo di esodo fino a che si saranno raggiunti i requisiti previsti. Il datore di lavoro, dal canto suo, dovrà provvedere con la relativa copertura contributiva, ovvero la contribuzione correlata.
La misura avrà un valore di poco inferiore all’importo di pensione che il dipendente otterrà nel momento della cessazione dell’assegno. L’agevolazione è disponibile anche per i dirigenti in esubero.
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