In famiglia e tra amici è normale che abbia luogo il prestito informale di denaro: le 5 regole per affrontare in serenità simili transizioni.
Il prestito tra privati, anche se lo scambio di denaro avviene in famiglia o tra amici, deve seguire regole precise. I limiti sono fondamentali per evitare di incorrere in accertamenti fiscali e altri spiacevoli inconvenienti. Da un punto di vista legale, donare o ricevere soldi in prestito da amici o parenti rappresenta un vero e proprio contratto, sotto forma di accordo scritto o tacito.
Un prestito è un accordo attraverso cui il prestatore concede una somma di denaro a un’altra parte detta prestatario. L’aspettativa che sottende l’accordo è che il prestatario restituisca la somma al prestatore entro un certo periodo di tempo, con l’aggiunta o meno di interessi.Quando si parla di donazione, non c’è più il vincolo della restituzione, ma l’accordo ha ancora importanza a livello legale e amministrativo. La prima regola da tenere a mente riguarda dunque la procedura che dà forma al prestito, anche fra amici e parenti.
Per prestare denaro a un parente o un amico, inoltre, occorre seguire una procedura specifica: bisogna, infatti, redigere una scrittura privata che comprovi la transazione e riporti l’identificazione dei soggetti interessati, specifichi l’importo dell’operazione, le modalità e i tempi di restituzione e, soprattutto, riporti la data dell’operazione.
Quando si ha bisogno di soldi si tende al pensare al prestito tra privati come il metodo più pratico e veloce per avere dei liquidi disponibili. Tali transizioni possono però anche nascondere delle insidie. Anche un prestito a titolo gratuito a un parente o un amico dev’essere fatto tramite un bonifico se la cifra trascende il limite dei contanti (5.000 euro dal 2023).
E ci vuole la giusta causale, per esempio, “prestito personale”. In generale è assolutamente indispensabile essere in grado di documentare e giustificare qualsiasi operazione di fronte a eventuali accertamenti fiscali. E ciò deve valere per almeno sei anni successivi all’operazione.
5 regole per portare a termine senza problemi un prestito fra amici e parenti
La seconda regola riguarda la differenza fra prestito e donazione. Chi riceve la somma, senza un accordo scritto, potrebbe affermare il denaro ricevuto era una donazione e per questo potrebbe negare la restituzione. Secondo la legge italiana è il debitore a dover dimostrare che si trattava di una donazione. In mancanza di una prova in tal senso, lo scambio di denaro si configura come prestito e proprio per questo le somme vanno restituite, sempre.
La terza regola riguarda i tempi di restituzione. Se il prestito non viene restituito nei termini concordati il prestatore può pretendere degli interessi moratori, cioè soldi in più rispetto a quelli prestati. I termini degli interessi moratori devono però essere indicati in un contratto scritto.
Da qui la quarta regola: se il prestatario è impossibilitato a restituire l’intera somma nei tempi stabiliti può rivolgersi al giudice che fisserà nuovi termini, più ragionevoli, sulla base degli importi e delle circostanze.
Ultima regola: evitare gli assegni postdatati. Chi presta soldi ad amici e parenti possono rilasciare un assegno post datato, che poi andranno a versare alla data pattuita. Questa soluzione non è corretta ed è comunque rischiosa poiché presuppone un’evasione.