Durante le elezioni negli USA non tutti hanno giocato secondo le regole. I Proud Boys potrebbero replicare i fatti di Capitol Hill…
Mentre i primi dati sulle elezioni americane arrivano anche qui da noi, in Italia, i media tornano sull’attività dei Proud Boys. Quest gruppo, creato da membri noti per le loro ideologie di estrema destra, hanno letteralmente passato la notte del 5 novembre svegli a sorvegliare lo scrutinio delle elezioni presidenziali.
Il clima di tensione è cresciuto, in particolare a causa dei trascorsi di alcuni sostenitori di Donald Trump. L’evento del gennaio 2021 – l’assalto a Capitol Hill da parte di chi giudicava l’elezione di Joe Biden una messa in scena ha lasciato cicatrici profonde, non solo nella società americana, ma anche nel panorama politico. Gli attivisti del gruppo di cui parliamo sembrano essere più che pronti a rivendicare un ruolo attivo e contestare ogni percorso che non si allinei alle loro convinzioni.
Mobilitazione sui social: il ruolo di Telegram
Recentemente, lo strumento di comunicazione per eccellenza, il social Telegram, è diventato un’importante piattaforma per la mobilitazione dei Proud Boys e di altri gruppi affini dell’estrema destra americana. Le chat esaminate da testate come il New York Times e NBC News mostrano utenti che – alla data del 5 novembre – appaiono già in fermento, pronti a monitorare i seggi elettorali e a denunciare quelle che ritengono irregolarità a favore della candidata Democratica, Kamala Harris, qualora questa dovesse aver vinto alla data del 6 novembre le elezioni.
In queste conversazioni, emergono teorie del complotto, insinuazioni e incitamenti alla protesta, tutti temi che saranno usati come “giustificazione” nel caso di sconfitta di Donald Trump. La retorica che circola in queste stanze virtuali riporta vigorosamente alla mente le parole e le attitudini dell’ex presidente, che ha alimentato un clima di conflitto e divisione con la sua retorica nello scorso ciclo elettorale. La preoccupazione di una risposta violenta da parte dei Proud Boys in caso di esito sfavorevole si fa sempre più concreta e, quando leggerete queste righe, sapremo già se le preoccupazioni dei media americani erano esagerate o meno.
Un membro di un ramo dei Proud Boys in Ohio ha espresso, in modo piuttosto eloquente, il sentimento di urgenza che ha preparato i membri del gruppo alle elezioni presidenziali: “O vi schiererete dalla parte della resistenza, oppure vi inginocchierete e accetterete il giogo della tirannia e dell’oppressione“. Questi messaggi sono la testimonianza del potere che l’ideologia del gruppo esercita sui suoi membri. L’invito alla mobilitazione risuona forte e chiaro, suggerendo un allineamento con il concetto di una battaglia culturale in corso, mentre si avvicinano le elezioni.
I Proud Boys: ma chi sono e cosa rappresentano?
Spesso l’argomento dei Proud Boys suscita molte domande su quale sia, in effetti, la loro reale identità. Fondato nel 2016 da Gavin McInnes, co-fondatore di Vice, il gruppo ha subito una metamorfosi nel corso degli anni. Questi americani si identificano come sciovinisti occidentali, escludendo completamente le donne, e professando una serie di visioni estremamente tradizionaliste. La loro famosa apertura nei confronti di ideologie violente li ha resi una sinistra presenza negli eventi di protesta e nelle tensioni sociali.
Connotati da un evidente islamofobia e posizioni che rimarcano una supremazia maschile, i Proud Boys si sono imposti nel discorso pubblico, anche per il loro coinvolgimento nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, che ha scatenato condanne e incarcerazioni tra i loro leader. Il gruppo è non soltanto uno dei rappresentanti più notorii dell’estrema destra che trova in certe posizioni di Donald Trump un modello, ma incarna anche un più ampio fenomeno di radicalizzazione che ha preso piede negli Stati Uniti. Le loro ideologie fanatizzate contribuiscono a segni evidenti di polarizzazione all’interno della società.
Il legame con Trump e i messaggi ambigui
Il legame tra Donald Trump e i Proud Boys è complesso. Nel corso degli anni, l’ex presidente ha fatto spesso riferimento a questi gruppi, lasciando implicitamente intendere un consenso o una legittimazione. Durante un dibattito presidenziale nel 2020, Trump è stato interrogato sull’intenzione di condannare i suprematisti bianchi, senza però apportare chiarimenti efficaci sulla sua posizione. In quel frangente, sul video è notevole l’invito rivolto ai Proud Boys: “Stand back and stand by“, un messaggio che ha risonato come un sostegno velato a quei gruppi già noti per attività violente e intimidatorie.
Già nel 2017, in situazioni di crisi come quelle emerse in risposta alla morte di George Floyd e durante altre manifestazioni, Trump aveva in seguito addossato responsabilità a entrambe le parti. Queste azioni hanno contribuito a costruire una retorica ambigua e a conferire ulteriore legittimità a forze estremiste. Da parte loro, i Proud Boys non hanno fatto altro che mantenere vivo questo legame, mettendo in atto strategie comunicative mirate per influenzare l’opinione pubblica e rendere evidente il loro approccio al potere.
Suprematismo bianco e terrorismo: una minaccia interna
Già nel 2020, il Dipartimento per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti aveva classificato i suprematisti bianchi come l’attuale minaccia terroristica più seria per la nazione. Questo dato è emerso in rapporti che evidenziavano come il pericolo interno superasse di gran lunga le minacce provenienti dall’estero. Tali affermazioni hanno suscitato preoccupazione, suggerendo che la violenza e la radicalizzazione di ideologie estremiste all’interno sia un fenomeno in continua espansione, con le organizzazioni terroristiche straniere che, sebbene attive, sono limitate nel loro operato.
L’analisi ha anche mostrato come le forze di polizia e sicurezza abbiano faticato a contenere la situazione, portando a un aumento di incidenti violenti legati al suprematismo. Questi avvenimenti, insieme ai legami forti tra politica e estremismo, rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Non resta che vedere come i Proud Boys accoglieranno il risultato delle elezioni, sperando di non assistere – una seconda volta – ad un episodio come quello di Capitol Hill.