Il pignoramento del conto è sempre una circostanza difficile per tutte le parti in causa, ed esistono sia regole che eccezioni.
Quando un soggetto contrae un debito è tenuto a pagarlo, sia esso maturato da un prestito in banca che dal mancato pagamento di tasse e tributi.
Il pignoramento dei soldi sul conto corrente è solamente l’ultimo atto di tutti i procedimenti che intercorrono tra il creditore e il debitore. Se però si arriva a questa situazione, la banca dove c’è il conto del debitore è il soggetto “estraneo“, che non può ad esempio impedire il pignoramento.
Chi ha da saldare dei debiti potrebbe sperare che questi cadano in prescrizione, ovvero che dopo un certo tot di tempo i prelievi forzosi si interrompano. La Legge contempla diverse casistiche ed è quindi importante sapere bene come funziona la procedura e a cosa si va incontro.
La prima constatazione che potremmo fare è certamente quella più semplice, ovvero il pignoramento non cessa finché non si è estinto il debito. In realtà non è sempre e solo così. Ipotizziamo che un debitore versi sul conto corrente lo stipendio o la pensione. Il soggetto creditore potrà prelevare forzosamente ogni mese una determinata somma, fino all’esaurimento del debito, ma con dei limiti.
Per Legge, infatti, il creditore non può togliere tutti i soldi che sono sul conto, perché deve essere garantita una somma minima di sopravvivenza. Attualmente questa somma è calcolata in circa 1500 euro. Tra l’altro le percentuali di prelievo variano in base a chi vanta un credito, ovvero se è una banca, un privato o il Fisco. I tempi del pignoramento, dunque, potrebbero rivelarsi molto lunghi, proprio perché le somme prelevate in modo forzoso non possono superare i limiti sopra citati.
Possono però verificarsi degli eventi per cui il pignoramento venga, di fatto, interrotto. La Banca infatti è tenuta a comunicare la presenza del denaro sul conto, e il creditore può legalmente conoscere la situazione bancaria del debitore, secondo l’anagrafe dei conti correnti.
Ma se sul conto corrente non ci sono soldi, se il conto è a zero, o se è “in rosso“, il creditore non può fare niente. Potrebbe essere il caso di un soggetto che perde il lavoro e dunque non versa più il denaro sul conto. In questo caso il pignoramento forzato cessa, anche se il creditore non ha ottenuto quel che gli spettava. Se non c’è denaro sul conto, però, il creditore può arrivare a pignorare i beni mobili e immobili del soggetto.
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