Per via dell’introduzione di nuove procedure nella Legge di Bilancio 2024, molti italiani paventano il pignoramento sul conto corrente.
Il pignoramento del conto corrente è una misura ordinaria, già prevista per il recupero di un credito. Quando il debitore non ha provveduto a saldare ciò che deve, il creditore può dar via a una procedura di pignoramento, così come regolamentato dagli articoli 492 e 543 del Codice di Procedura Civile. Il recupero avviene coinvolgendo un terzo soggetto: il creditore, infatti, deve recuperare i soldi dalla banca o dall’istituto di credito dove il denaro risulta depositato.
Il pignoramento del conto corrente non è un processo automatico: può avvenire solo dopo aver accertato che il debitore non riesce a saldare il debito in modo autonomo, volontariamente o per altre ragioni. Cosa è cambiato nel 2024? Oggi è formalmente più facile da ottenere.
Da una parte c’è chi ha contratto un debito e non ne osserva il regolare pagamento per il rimborso. E dall’altra parte c’è il creditore (un privato, la pubblica amministrazione, una banca o una finanziaria), che può depositare in tribunale una richiesta di decreto ingiuntivo da notificare entro sessanta giorni dalla sua emissione.
Ricevuto il decreto ingiuntivo tramite notifica, il debitore ha quaranta giorni per reagire. Come? O si attrezza per saldare il proprio debito o si organizza per fare opposizione (nel caso in cui vi sia qualche errore o irregolarità nella procedura). Va da sé che se il debitore paga, la procedura di pignoramento del conto corrente si blocca immediatamente.
Pignoramento del conto corrente: come funziona nel 2024
La novità sostanziale è che, secondo le leggi in vigore, il pignoramento di un conto corrente può essere richiesto da diversi soggetti. Il creditore che può usufruire di questa procedura può essere una persona fisica o una persona giuridica, un privato o la pubblica amministrazione (compresa l’Agenzia delle Entrate).
Il conto corrente può essere bancario o postale. E tale procedura coatta di recupero può partire per mancati pagamenti di cartelle esattoriali, mutui, prestiti e altri debiti. Serve però la decisione dell’autorità giudiziaria comunicata alle banche.
Senza il via libera dell’autorità giudiziaria non c’è titolo esecutivo, cioè diritto ad aggredire i beni mobili che possono essere soggetti a rivalsa. Come avviene nei casi di attuazione effettiva di provvedimenti di esecuzione forzata. I specifici devono però essere casi e rispettare alcune condizioni.
Ma cosa avviene se entro i quaranta giorni di tempo il debitore non paga quanto dovuto e non fa opposizione? Di norma il soggetto dovrebbe riceve un atto di precetto, ovvero un ultimo avviso a pagare entro dieci giorni. Poi scatta il pignoramento esecutivo.
E così avviene il prelievo dal conto corrente del debitore. I soldi vengono presi direttamente, come intera somma, nel caso di un debito relativamente basso. Se la cifra è alta viene prelevato mese per mese un determinato importo fino ad arrivare alla cifra complessiva.
La Legge di Bilancio 2024 non ha introdotto, come molti hanno paventato, la procedura di prelievo forzoso e diretto sui conti correnti dei contribuenti. Quindi non si possono prendere soldi dai conti direttamente. Ci vuole comunque un preavviso al debitore. Cambia solo che la procedura si è snellita.