Non tutti lo sanno, ma il 2025 potrebbe essere un anno difficile per avere un mutuo, se possibile bisognerebbe muoversi in anticipo.
Chiedere un mutuo rappresenta un passo importante, a cui in tanti tengono in modo particolare, soprattutto chi ancora considera il “mattone” come il miglior investimento per il futuro. Non a caso, questo si tratta di qualcosa che può essere ideale da tramandare a figli e nipoti quando si arriverà a spartire l’asse ereditario.
Ottenerlo, pur avendo un buon rapporto con la propria banca, non è però così semplice. E’ infatti raro che questo venga concesso a chi non ha un contratto a tempo indeterminato, cosa che oggi hanno davvero in pochi. Questa potrebbe non essere però l’unica complicazione da prendere in considerazione.
L’idea di dover sottoscrivere un mutuo mette un po’ ansia a tutti, soprattutto perché si tratta del finanziamento di maggiore durata che si arriva a ottenere (in genere si va da un minimo di 15 a un massimo di 30 anni). Anche chi in quel momento non ha grandi problemi economici potrebbe inevitabilmente non essere a conoscenza della propria situazione futura, per questo non è detto non possano emergere difficoltà nel sostenere l’impegno a lungo termine.
Ogni istituto di credito non arriva comunque a dare parere favorevole a cuor leggero, ma anzi tende a esaminare la situazione reddituale dell’intestatario ed, eventualmente, anche del co-intestatario, se si tratta di una coppia. Avere un guadagno mensile che possa permettere di pagare le rate non può che essere fondamentale.
La situazione potrebbe diventare però più complicata dal prossimo anno, chi sta pensando di presentarsi in filiale per farne domanda dovrebbe quindi saperlo così da capire se possa essere necessario muoversi magari già da ora. La ragione è da ricondurre a una questione che tanti dovranno affrontare, ma di cui probabilmente non sono a conoscenza.
Con ogni probabilità, infatti, ben 14 milioni di persone andranno incontro a una diminuzione del proprio stipendio, visto che con ogni probabilità non ci sarà alcuna proroga del taglio del cuneo fiscale. La misura, che era stata introdotta per la prima volta dall’ex premier Draghi, è al momento in vigore fino al 31 dicembre, ma non sembra esserci denaro necessario nelle casse dello Stato per ottenere un prolungamento del provvedimento.
La differenza rispetto a quanto percepito finora potrebbe essere evidente. Attualmente il cuneo fiscale incide del 45,9% sulla retribuzione lorda, mentre nei Paesi Ocse si arriva in media al 34,6%.
Tanti italiani fanno il possibile per essere informati sulle ultime novità su quanto accade nel nostro Paese, capire se ci possano essere variazioni rilevanti sugli stipendi non può che essere importante. Questo, inevitabilmente, non può che influire sulle capacità di spesa delle persone coinvolte, ma anche sulla possibilità di ottenere un mutuo per chi sta pensando di farne richiesta in tempi rapidi.
In realtà, praticamente nessuna testata giornalistica ha fatto accenno a questa novità che potrebbe presto diventare una certezza. In molti pensano che difficilmente qualcosa potrà venire alla luce prima delle elezioni europee, momento determinante anche per la stabilità del governo, e previste l’8 e 9 giugno.
La diminuzione non dovrebbe però essere l’unico cambiamento importante che dobbiamo aspettarci. Appare difficile infatti pensare che il prossimo anno possa esserci una riforma delle pensioni, nonostante fosse ritenuta importante per l’esecutivo già in campagna elettorale. Anzi, al momento non è esclusa l’ipotesi di una manovra correttiva da mettere in atto in estate o al massimo in autunno.
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