Pensioni: solo un aumento di 24 euro a gennaio. Ma per alcuni, la situazione si fa ancora più difficile.
Nel cuore delle decisioni politiche economiche, si celano gli indizi del futuro delle pensioni, svelati dal recente Documento di Economia e Finanza che ha fatto capolino martedì scorso dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri. L’annuale danza delle pensioni si svolge sotto lo sguardo vigile delle statistiche economiche, con l’obiettivo di tenere il passo con il costo della vita. Nel 2024, l’incremento del 5,4% ha segnato una boccata d’aria per i pensionati, confermato anche dall’incrollabile Istat, evitando così sgraditi conguagli in vista del prossimo gennaio.
Ma qual è il futuro che ci attende? Nel cuore del Documento di Economia e Finanza si nasconde una stima sull’inflazione del 2024, a cui tutti gli occhi sono puntati per capire quali saranno gli adeguamenti dell’anno a venire. È tempo di brusche frenate sui mega-aumenti: il DEF, varato dal Consiglio dei Ministri, ha ridimensionato le proiezioni per il PIL 2024 al +1%, una cifra che, nonostante le speranze, sembra troppo rosea persino per Bankitalia.
Pensioni: magro aumento
Le proiezioni indicano un futuro sempre più gravoso per il debito, destinato a toccare quota 137,8% quest’anno, salendo al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026. Una triste predizione che getta ombre minacciose sulla prossima Legge di Bilancio, dove la priorità sarà data al mantenimento degli sgravi contributivi in busta paga, un valore di circa 10 miliardi di euro, confermato dal ministro dell’Economia. Ma c’è una luce in fondo al tunnel? L’Italia attende fiduciosa che la BCE possa abbassare i tassi di interesse, aprendo così nuove possibilità di manovra. Le cifre dell’inflazione, infatti, suggerirebbero tale mossa, visto che la percentuale è scesa sotto la fatidica soglia del 2%.
Guardando al 2024, cruciale per i futuri adeguamenti delle pensioni, ci si aspetta un’inarrestabile ascesa dell’inflazione, prevista all’1,6%, per poi toccare l’1,9% sia nel 2025 che nel 2026. Ma quanto peseranno questi dati sugli aumenti pensionistici del 2025? Le stime del governo suggeriscono un tasso inflattivo del 1,6%, una sostanziale riduzione rispetto al 5,4% dell’anno in corso. Una notizia accolta con un sospiro di sollievo dalle famiglie, ma che inevitabilmente limita gli aumenti delle prestazioni soggette a rivalutazione annuale, comprese le pensioni e gli assegni assistenziali.
Se il tasso inflattivo si confermerà, ciò si tradurrà in un modesto aumento di 16 euro per chi percepisce una pensione di 1000 euro, e di 24 euro per chi ne riceve 1500. Mentre chi gode di una pensione di 2000 euro potrebbe vedere un aumento di 32 euro. Ma attenzione, il futuro della rivalutazione parziale introdotta per il biennio 2023-2024 è incerto, soprattutto alla luce delle recenti incertezze giuridiche che potrebbero annullarne gli effetti. Il vecchio sistema di rivalutazione potrebbe ristabilirsi, con percentuali variabili a seconda dell’entità della pensione. Questo significa che gli aumenti potrebbero essere più contenuti rispetto agli anni precedenti, richiedendo una maggior attenzione e pianificazione da parte dei beneficiari.