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Pensioni minime, ecco di quanto aumenteranno a dicembre

Quali sono gli aumenti previsti per le pensioni minime a dicembre, tutte le novità riguardanti la previdenza sociale.

Il governo Meloni ha deciso di anticipare di un mese il conguaglio della rivalutazione, causando un aumento delle pensioni minime a dicembre. Questo aumento è dello 0,8% e si somma alla rivalutazione straordinaria che era già stata applicata sul cedolino, confermata anche per l’anno prossimo con la legge di Bilancio 2024.

Questa è una grande notizia anche per quei pensionati che ricevono un importo di pensione molto limitato, fino al valore minimo stabilito dalla legge, attualmente fissato a 563,74 euro, grazie all’incremento del 7,3% applicato lo scorso gennaio.

Nonostante la rivalutazione, si è scoperto che il dato del 7.3% era errato, poiché il tasso di inflazione medio definitivo confermato dall’Istat risulta essere superiore, raggiungendo quindi l’8,1%. Questo spiega il motivo per cui ad dicembre sarà applicato un aumento aggiuntivo dell’0,8%, non sul valore corrente della pensione minima, ma su quello ricevuto nel dicembre precedente. Ma vediamo nel dettaglio a cosa è dovuto e quali saranno nel mosse de Governo in tal senso.

La rivalutazione delle pensioni, ecco cosa è successo

Nonostante il documento della Legge di Bilancio 2024 non sia ancora definitivo, è indiscutibile che il governo abbia deciso di adottare una nuova limitazione alla rivalutazione. Questo meccanismo, sancito dalla legge, si occupa dell’adeguamento dell’importo delle pensioni rispetto all’andamento dei costi di vita.

Si rivela che l’ammontare di 2,7 miliardi di euro è stato recuperato dai tagli alle pensioni, corrispondente allo 0,127% del PIL. Per raggiungere questo risultato, è stato necessario nuovamente aggiustare le percentuali di indicizzazione che erano già state modificate l’anno precedente.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, aveva già fornito una anteprima durante la conferenza stampa di presentazione della legge di Bilancio. Tuttavia, la conferma definitiva è arrivata con il Documento programmatico di bilancio collegato alla manovra.

Due anziani che sis stringono la mano
Foto | T Leish @Canva – lamiapartitaiva.it

 

Il governo quindi, invece di incrementare le pensioni, le ha ancora una volta ridotte ricavandone 2,7 miliardi di euro.

Attualmente, non essendo ancora stata approvata la legge di Bilancio 2024, non si hanno certezze ma alcune informazioni sono state precedentemente rivelate dalla Presidente del Consiglio durante una conferenza stampa.

Vediamo nel dettaglio le informazioni che ad oggi sono state ricavate.

Le decisioni approvate dal Consiglio dei ministri hanno portato a una rivalutazione delle pensioni inferiore a quella che sarebbe stata ottenuta tramite la procedura standard di indicizzazione. Quest’ultima prevede un adeguamento totale del tasso applicato fino a quattro volte la pensione minima, una regolazione del 90% per pensioni tra quattro e cinque volte superiori al minimo, e una regolazione del 75% per le pensioni che superano cinque volte il trattamento minimo.

Il piano Meloni invece, che è oggetto di controversie tra i sindacati al punto tale che stanno cercando di invalidarlo per incostituzionalità, stipula che le pensioni debbano essere sottoposte al seguente ridimensionamento:

  • 100% per quantità fino a quattro volte il salario minimo;
  • 85% tra quattro e cinque volte il salario minimo;
  • 53% tra cinque e sei volte il salario minimo;
  • 47% tra sei e otto volte il salario minimo;
  • 37% tra otto e dieci volte il salario minimo;
  • 32% se supera di dieci volte il salario minimo.

Il sistema citato precedentemente è stato implementato con l’ultima legge di bilancio e, come previsto nel programma, sarebbe dovuto continuare anche nel 2024, con una stima di inflazione del 5,4% (previsto nella Nota di aggiornamento al Def).

Pensioni minime, tutto quello che c’è da sapere

Come preannunciato, l’incremento della pensione minima a dicembre è dovuto all’aggiustamento dell’adeguamento, un’azione che l’Inps commetterà per rivedere il valore del trattamento ricevuto, applicando un tasso di aggiustamento dell’8,1% piuttosto che del 7,3%. Questo è il motivo per cui la pensione minima crescerà ancora a dicembre.

Pertanto, una variazione dello 0,8% non deve essere computata sul valore attuale (che ammonta a 568,24 euro). Come previsto in precedenza, la percentuale menzionata deve essere calcolata sul valore della pensione minima ricevuta nell’anno passato, che era di 525,38 euro: questo implica che l’importo reale del trattamento minimo per il 2024 aumenta a 567,94 euro.

Senza dubbio, la differenza è marginale, soltanto 30 centesimi, ma merita precisione data la sua importanza nelle operazioni collegate. Il valore considerato sarà, infatti, quello usato come indicatore per il riaggiustamento nel 2024, che, secondo le voci più recenti, sarà implementato con tassi notevolmente più sfavorevoli rispetto a quanto stabilito di norma dalla legge per coloro che percepiscono una pensione che supera di cinque volte l’importo minimo (superiori a 2.839,70 euro lordi).

Aumenti, arretrati, importi ed esempio pratico

In seguito a una rivalutazione straordinaria del 2023, gli importi del trattamento minimo subiranno un cambiamento. Coloro che hanno meno di 75 anni avranno un aumento del 1,5%, il che significa che il loro importo potrebbe raggiungere un massimo di 576,45 euro, rispetto ai precedenti 572,20 euro. Questo equivale a un incremento di 4,25 euro al mese.

Per i soggetti di età superiore a 75 anni, la rivalutazione ammonta al 6,4%, consentendo loro di ricevere fino a 604,28 euro, da un importo attuale di 599,82 euro. Ciò corrisponde a un aumento mensile di 4,46 euro.

Come abbiamo già accennato, l’ammontare della pensione minima verrà aggiornato a dicembre, ma inizierà a decorrere da gennaio 2023. Questo implica che si otterrà un assegno retroattivo per le 11 mensilità in cui l’importo ricevuto era inferiore a quello realmente dovuto. Pertanto, chi beneficia del massimo di pensione minima e ha meno di 75 anni riceverà una somma retroattiva di 46,75 euro, mentre chi ha superato questo limite di età otterrà 49,06 euro.

Per comprendere quanto si ha diritto attraverso il conguaglio, occorre quindi seguire questi semplici passaggi:

Utilizzate il valore della pensione ricevuta nel dicembre 2022 (fate attenzione a non includere la tredicesima) e moltiplicatelo per il coefficiente 0,081 (8,1%); sommate il risultato ottenuto. Poi, moltiplicate il totale per il coefficiente 0,015 (1,5%) se avete meno di 75 anni, o 0,064 se siete più anziani, e sommate il risultato. Questo darà il vero importo della pensione a cui avreste avuto diritto nel 2023, che sarà erogato a partire da dicembre.

Per capire la differenza di importo, paragonate la pensione ricevuta in ottobre o novembre. Moltiplicate questa differenza per 11 mesi per determinare l’ammontare dei pagamenti arretrati a cui avete diritto.

Consideriamo, ad esempio, un caso di una persona sotto i 75 anni che ha ricevuto un assegno di 300 euro a dicembre 2022. Il valore di questo assegno è stato poi incrementato del 7,3% a gennaio, portandolo a 321,90 euro. Grazie ad un ulteriore aggiustamento straordinario dell’1,5%, l’importo è successivamente aumentato a 326,72 euro.

Ora, prendiamo in considerazione l’acconto, che verrà rivalutato applicando un tasso del 8,1%: in questo modo, la cifra aumenta a 324,30 euro, che diventa 329,16 euro se includiamo anche l’ulteriore rivalutazione del 1,5%. La differenza, quindi, è di soli 2,44 euro, a cui si unisce un debito pregresso di 26,84 euro.

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