Stando ai calcoli qualcuno potrebbe avere delle pensioni inferiori al minimo, con una notizia non di certo piacevole.
Le tematiche relative alle pensioni continuano ad essere al centro dei dibattiti e, soprattutto, dei pensieri di molti lavoratori: prossimamente dovrebbe arrivare una manovra da parte del governo, ma al momento la situazione sembra essere piuttosto chiara.
Ad oggi, è ancora in vigore Quota 103, ovvero quel sistema che somma l’età anagrafica (almeno 62 anni) e gli anni di contributi versati (41); solo prossimamente capiremo se, effettivamente, l’esecutivo interverrà con una riforma (come anticipato già tempo fa) per cambiare il sistema.
Col sistema contributivo però, stando ai calcoli, qualcuno potrebbe ritrovarsi con una pensione davvero molto bassa, al di sotto della soglia minima; una notizia per nulla positiva che mette in apprensione in molti, sottolineando ancora una volta la necessità di un intervento decisivo.
Come sottolineato dal sito money.it, i lavoratori più “giovani”, ovvero quelli che hanno iniziato a versare i contributi solamente dopo il 1996, rientrano nel regime contributivo puro; l’assegno viene quindi calcolato a partire dai contributi maturati, trasformati in un coefficiente che, ritardando il pensionamento, diventa più vantaggioso (ad oggi, ad esempio, il 5,184% se si va in pensione a 64 anni, mentre il 5,723% per chi aspetta i 67).
C’è però una nota negativa che potrebbe riguardare molti lavoratori. In molti casi, infatti, non è raro che i lavoratori si ritrovino con pensioni molto basse, specialmente nel momento in cui gli anni di contributi versati siano pochi; i casi potrebbero essere molteplici, da un lavoratore che per malattia o infortunio è costretto ad andare in pensione presto, oppure alla pensione di reversibilità.
Purtroppo, per le pensioni che rientrano nel sistema contributivo (a differenza invece di chi ha dei contributi versati prima del 1995) non c’è la possibilità di aggiungere l’integrazione al trattamento minimo e di aumentare così la cifra dell’assegno; sfortunatamente, non è raro trovare, a conti fatti, pensioni al di sotto (e anche di molto) dei 600 euro (la pensione minia è infatti di 598,61 euro). Questo dato fa ancora di più riflettere sulla situazione attuale delle pensioni in Italia, con tanti cittadini che sperano vivamente in una riforma che possa adattarsi ai tempi e, soprattutto, alle nuove condizioni di tanti lavoratori e tante lavoratrici che non guardano al futuro con ottimismo.
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