Lavoro

Pensioni: come cambia Opzione Donna nel 2024

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Matilde Brizzi

Come sarà la riforma pensioni 2024? Chi potrà andare in pensione con Opzione donna e cosa cambia nell’anticipo pensionistico Ape sociale? Scopriamo le anticipazioni

Il 2024 si prospetta come un anno di possibili cambiamenti nel panorama delle pensioni, con particolare attenzione rivolta a Opzione Donna e Ape Sociale.

Mentre una riforma completa del sistema pensionistico sembra non essere all’orizzonte nel breve termine, il governo Meloni sta considerando una serie di interventi mirati, in particolare per coloro che si avvicinano all’età pensionabile, e per alcune misure il cui termine è fissato entro il 31 dicembre 2023.

Cosa cambierà per Opzione Donna e Ape Sociale nel 2024?

La riforma delle pensioni prevista per il 2024 non includerà molte delle misure discusse in campagna elettorale. In sintesi: l’idea di una “Quota 41” per tutti è stata abbandonata, e non è prevista un’alternativa più flessibile per i lavoratori. Alcune penalità vigenti rimarranno in vigore, e la cosiddetta “legge Fornero” farà il suo ritorno.

Al contempo, si sta discutendo del possibile rinnovo della “Quota 103” per il 2024, con requisiti di 62 anni di età e un accumulo contributivo di 41 anni, tra altre condizioni. Ma c’è di più.

Inoltre, si sta anche valutando l’introduzione di una pensione part-time che coinvolgerebbe i lavoratori prossimi alla pensione. Questo significherebbe meno ore di lavoro per coloro che stanno per andare in retirement, i quali potrebbero attivarsi in un ruolo di tutor per i neo-assunti, quelli sotto i 35 anni.

A cosa puntano tali cambiamenti

Questi cambiamenti stanno plasmando il futuro delle pensioni in Italia, cercando di coniugare il pensionamento con le nuove assunzioni. Si tratta di un approccio che sta cercando di essere innovativo e di adattarsi al sistema previdenziale italiano.

Tuttavia, rimane ancora da vedere quali modifiche potrebbero coinvolgere Opzione Donna e Ape Sociale.

Opzione Donna: possibili cambiamenti futuri

Le parti sociali stanno sollecitando il governo Meloni a riconsiderare i requisiti introdotti nel 2023 relativi a Opzione Donna, con il preciso obiettivo di tornare alla “vecchia” pensione anticipata.

In parole povere, ciò consentirebbe alle lavoratrici di ritirarsi dal mondo del lavoro dopo aver accumulato 35 anni di contributi e aver raggiunto almeno l’età di 58 o 59 anni (a seconda del caso) entro il 31 dicembre 2023.

Tuttavia, è importante notare che queste richieste potrebbero non essere accolte, soprattutto considerando che le modifiche alla misura erano state introdotte inizialmente a causa delle limitazioni di risorse.

Le attuali caratteristiche: Opzione Donna nel 2023

Con la legge di Bilancio 2023, la pensione anticipata per le donne è stata rivista e ampliata. Allo stesso tempo, sono stati introdotti ulteriori requisiti che limitano l’accesso a Opzione Donna solo alle lavoratrici considerate meritevoli di tutela (come le caregiver, le disoccupate o le lavoratrici invalide).

Inoltre, l’età minima richiesta è stata fissata a 60 anni, con la possibilità di ridurre tale età a 59 o 58 anni se la lavoratrice ha uno, due o più figli.

Ape Sociale: chi può accedervi e quali sono le condizioni?

L’anticipo pensionistico Ape Sociale, che ha una scadenza fissata al 31 dicembre 2023, richiede invece un’età minima di 63 anni e un’anzianità contributiva di almeno 30 anni di versamenti, con alcune variazioni che portano il requisito a 32 o 36 anni, sempre a seconda della categoria di lavoratori meritevoli di tutela.

Foto Netfalls | @Canva – Lamiapartitaiva.it

Quanto si può ricevere con l’opzione Ape Sociale?

L’indennità Ape Sociale è equivalente all’importo mensile della pensione e viene calcolato al momento della richiesta, con un limite: l’INPS riconosce un importo fino a 1.500 euro mensili per questo trattamento.

L’indennità è erogata per 12 mensilità, fino al raggiungimento dei requisiti necessari per l’accesso alla pensione di vecchiaia o ad altri trattamenti pensionistici ordinari.

Opzione Donna o Ape Sociale: quale scegliere?

La recente introduzione della nuova Opzione Donna nel 2023 ha portato alcune caratteristiche simili all’anticipo pensionistico Ape Sociale. Questo ha fatto nascere l’idea di un possibile passaggio graduale dalla prima alla seconda.

La principale differenza tra le due misure riguarda i requisiti di età e contributi. Per Opzione Donna, sono richiesti 60 anni di età e 35 anni di contributi, mentre per l’Ape Sociale, servono 63 anni di età e almeno 30 anni di versamenti. Un altro aspetto significativo è che Opzione Donna rappresenta una vera e propria pensione anticipata, mentre l’anticipo pensionistico è un’indennità che accompagna il pensionamento.

La domanda che molte donne si pongono con queste condizioni è se l’Ape Sociale potrà essere esteso per includere coloro che rientrano nei requisiti di Opzione Donna. La situazione è ancora in evoluzione, e il futuro di entrambe le misure rimane incerto. In attesa di ulteriori sviluppi, resta la speranza di una maggiore flessibilità nelle scelte pensionistiche per le donne italiane.

Matilde Brizzi

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