Non hai le idee chiare sulla tua situazione contributiva? Vediamo cosa fare per capire quando potrai andare in pensione.
Essere a conoscenza della propria situazione contributiva è fondamentale per capire quando potremo andare in pensione e a quanto ammonterà il nostro assegno previdenziale. Vediamo cosa bisogna fare per capirci qualcosa sui contributi.
I contributi sono un fattore determinante ai fini pensionistici. Soprattutto dal 1996 in poi quando, in seguito alla riforma Dini, l’importo delle pensioni viene calcolato con il sistema contributivo. Fino al 1995 l’importo dell’assegno previdenziale veniva calcolato con il sistema retributivo che teneva conto della media degli stipendi percepiti negli ultimi anni da un lavoratore.
In seguito alla riforma Dini tutto è cambiato e dal 1996 in poi l’importo delle pensioni si calcola con il sistema contributivo. Questo sistema di calcolo, come si può facilmente intuire dal nome, tiene conto solo dei contributi. Pertanto essi sono diventati un fattore chiave per stabilire l’importo che andremo a ricevere ogni mese.
Non solo. I contributi sono fondamentali per poter accedere alla pensione. Infatti tutte le misure prevedono un requisito contributivo minimo. Ad esempio, ad oggi, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria è necessario avere 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Non esiste misura previdenziale che non abbia un requisito contributivo. Vediamo, allora, come fare per capire a che punto è il nostro percorso contributivo.
Il requisito contributivo è ancora più importante del requisito anagrafico per la pensione. Infatti i contributi sono necessari sia per poter andare in pensione che per non avere un assegno mensile troppo esiguo. Vediamo come fare chiarezza sulla nostra situazione contributiva.
Se la tua situazione contributiva non ti è ben chiara, oggi ci pensa l’Inps ad aiutarti. L’istituto nazionale di previdenza sociale, infatti, ha introdotto Prisma. Si tratta di un nuovo strumento che, dal 10 aprile 2024, permette ai datori di lavoro di accedere alle informazioni sulla situazione contributiva dei loro dipendenti iscritti a tutte le gestioni pensionistiche obbligatorie.
In questo modo il datore di lavoro potrà subito rendersi conto di eventuali buchi contributivi e rimediare. Per il momento Prisma sarà fruibile solo dai datori di lavoro del settore privato o tutti coloro autorizzati, tramite delega, dai datori di lavoro. È già stato comunicato che in futuro il nuovo servizio Prisma si rivolgerà anche a tutti i datori di lavoro della Pubblica amministrazione.
Si ricorda, inoltre, che da quest’anno è possibile recuperare fino a 5 anni di buchi contributivi grazie alla Pace contributiva introdotta dal Governo Meloni. In pratica un lavoratore- o un datore di lavoro- può riscattare a pagamento fino a 5 anni di buchi contributivi. Può trattarsi anche di cinque anni non consecutivi ma devono essere tutti successivi al 1995.
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