Pensione minima, aumento dell’assegno da parte dell’Inps per l’anno 2024: la cifra sale del 5,4% rispetto al 2023 grazie a una rivalutazione dell’importo.
In qualsiasi momento dell’anno, le pensioni sono uno degli argomenti centrali del dibattito politico in Italia. Facile comprendere il motivo, in un Paese in cui si è sempre più vicina al sorpasso dei pensionati sui lavoratori, a livello numerico. Per intenderci, in Italia abbiamo 22.772.000 di pensionati e 23.099.000 di lavoratori, ma in molte regioni del Sud la situazione si è già invertita a causa essenzialmente di due fattori: la denatalità e la migrazione della popolazione verso altre regioni. Vale a dire, ci sono aree del nostro Paese in cui chi percepisce una pensione è maggiore rispetto a chi percepisce uno stipendio. Al di là di questo aspetto, con l’arrivo del nuovo anno ci sono alcune novità da tenere in considerazione, soprattutto per quanto riguarda le pensioni minime.
Per chi riceve una pensione minima dall’Inps, l’importo per il 2024 è aumentato. L’assegno ammonta a 598,61 euro, per effetto della rivalutazione del 5,4% applicata all’importo dell’anno scorso. Il nuovo importo è stato ufficializzato dalla circolare 1/2022 e il documento permette di definire le fasce di applicazione dell’indice inflazionistico ai trattamenti complessivamente superiori a quattro volte il minimo, che vengono adeguati parzialmente alla variazione del costo della vita. A tal fine, qualora una persona riceva più pensioni, si considera l’importo totale delle stesse per individuare la percentuale di aumento da riconoscere.
Adeguato anche il valore dell’assegno sociale, che nel 2024 è di 534,41 euro. Da quest’anno questo importo è anche il minimo necessario per accedere alle pensioni di vecchiaia contributive all’età di 67 anni. Invece il requisito di importo minimo per l’anticipata contributiva è di 1.603,23 euro (3 volte l’assegno sociale), ridotto a 1.496,35 euro per le donne con un figlio (2,8 volte l’assegno sociale) e a 1.389,47 euro per quelle con almeno due figli.
Tra gli aumenti va annoverato il massimale di retribuzione imponibile per i lavoratori soggetti integralmente al metodo di calcolo contributivo della pensione, che passa dai 113.520,00 euro dell’anno scorso ai 119.650,00 del 2024. Con l’arrivo del nuovo anno sono stati anche aggiornati gli importi dei limiti dell’eventuale reddito aggiuntivo che determinano una riduzione della pensione di reversibilità: fino a 23.345,79 euro annui l’assegno pensionistico non viene tagliato; oltre tale importo e fino a 31.127,72 euro viene decurtato del 25%; oltre 31.127,72 e fino a 38.909.65 euro è ridotto del 40%; oltre, il taglio è del 50 per cento.
Le pensioni quota 103 decorrenti da quest’anno potranno essere erogate con un importo massimo mensile lordo non superiore a 2.394,44 euro (la cifra che rappresenta quattro volte il trattamento minimo), mentre il tetto di cinque volte il minimo, valido per quota 103 versione 2023 e le anticipate contributive, è di 2.993,05 euro.
Per effetto dell’articolo 1, comma 310, della legge 197/2022, quest’anno alle pensioni di importo pari o inferiore al minimo si applica un incremento ulteriore di 2,7 punti percentuali oltre al 5,4 per cento. Il risultato è che le prestazioni fino a 598,61 euro beneficeranno del doppio aumento e che il minimo in pagamento arriverà a 614,77 euro.
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