Le novità nei lavori di bozza per la manovra di bilancio stanno gettando luce sulle modifiche che investiranno gli importi previdenziali: ecco come.
Dopo la pubblicazione della Nadef, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, stanno proseguendo i lavori di perfezionamento delle misure da parte del Consiglio dei Ministri. Si dovrà andare dunque a passo spedito verso quella che verrà confermata come la Legge di Bilancio, in vigore dal 1° gennaio 2024.
È difficile poter dichiarare che le linee guida di cui si farà portatore il governo per il prossimo anno non siano il frutto della valutazione rispetto ad un 2023 estremante arduo sotto il profilo finanziario, con gli strascichi della crisi economica ed energetica a premere sulle casse dello Stato e i costi comunitari degli effetti di una guerra in corso nel cuore del vecchio continente.
Pensioni 2023/2024, importanti modifiche sui cedolini con la nuova manovra
Come sempre accade, il dato macroeconomico in cambiamento influenza il dato microeconomico; in altre parole, le conseguenze di una crisi o di qualsiasi altro fenomeno generalizzato giunge al cospetto della piccola realtà di un contribuente o di un consumatore. L’inflazione alle stelle, per buona parte di quest’anno, ne costituisce l’esempio più lampante; “assopita” e rientrata a livelli accettabili soltanto nell’ultimo trimestre.
Le notizie che stanno gradualmente approdando, circa il futuro della manovra, lasciano intendere che anche il 2024 sarà un anno tutt’altro che in ascesa: aumenteranno alcune imposte e tasse, verranno ridotti taluni contributi, sarà limitato un buon numero di agevolazioni; dulcis in fundo, si prevede l’abbassamento di alcune pensioni del settore pubblico, come quelle per medici e personale ospedaliero.
Pensioni 2023/2024, quale adeguamento seguiranno gli importi degli assegni
Nel contesto pensionistico, occorre avviare ogni riflessione dal nuovo accorpamento delle aliquote reddituali ai soggetti fisici, applicato nelle prossime tornate di incassi per tasse, trattenute, benefici fiscali e assegni sociali. L’altra premessa è l’indice di inflazione al 5,4% (nel corso del 2023 si è toccato l’11%); questo tasso sarà di riferimento per il prossimo aumento rivalutativo degli assegni pensionistici.
Il godimento del tasso di adeguamento pieno al carovita andrà ai cedolini fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo, ossia fino a 2.555 euro mensili. Le pensioni minime riceveranno un incremento una tantum del 2,7%, secondo una perequazione automatica piena. Nel suo insieme, la rivalutazione avverrà su 6 fasce di perequazione automatica: 100%, fino a 4 volte il trattamento minimo; 90% da 4 a 5 volte, 53% da 5 a 6 volte; 47% da 6 a 8 volte; 37% da 8 a 10 volte, 22%, superate le 10 volte.
L’ultima fascia non sarà, pertanto, del 32% come nel 2023. Per le minime, la base è rappresentata dall’assegno di 567,94 euro (dicembre 2023): il rialzo di 15,33 euro al mese produrrà un cedolino INPS di 583,27 euro. Secondo le suddette fasce, entreranno in tasca dai 103,68 euro mensili in più per i trattamenti minimi, ai 71,28 euro delle aliquote più alte.