Sono in arrivo cambiamenti importanti per chi percepisce la pensione minima, non può che essere importante esserne a conoscenza.
Percepire la pensione minima non è certamente l’ideale, proprio perché spesso l’importo previsto è piuttosto basso in rapporto al costo della vita italiano, anche se si tratta della situazione prevista per chi non ha lavorato un numero eccessivo di anni. Nonostante tutto, si cerca di prestare attenzione a chi si trova in questa situazione facendo il possibile per ridurre i loro disagi.
Ogni anno si effettua così una rivalutazione della cifra tenendo presente l’andamento dell’inflazione, valore che condiziona non di poco lo stile di vita, visto che è quello che può comportare la lievitazione dei prezzi di molti prodotti, compreso quello che mangiamo. Attualmente si ricevono 598,61 euro mensili, 7.781,93 euro l’anno (è stata effettuata una rivalutazione del 5,4% a gennaio 2024).
Alcune pensioni che sono al di sotto di una determinata soglia possono usufruire di un’integrazione, così da ridurre le difficoltà. Questo però non scatta in automatico, ma solo se si verificano alcune condizioni.
E’ innanzitutto necessario che l’assegno sia calcolato, anche se in parte, con il sistema retributivo. E’ però altrettanto fondamentale verificare che la persona non percepisca altri reddiit, che possono inevitabilmente far lievitare la cifra. Se il reddito è inferiore a 7.781,93 euro l’anno, equivalente alla pensione minima, si avrà diritto all’integrazione totale, se invece si supera quella soglia ma si è al di sotto di 15.563,86 euro (2 volte il trattamento) l’integrazione è parziale.
Per capire a quanto possa ammontare l’importo è necessario tenere a mente una formula: 15.563,86 – Reddito complessivo pensionato)/13. Non si potrà comunque andare oltre la cifra più bassa stabilita per il 2024.
In alcuni casi è inoltre possibile usufruire della rivalutazione straordinaria, pari al 2,7% secondo la Legge di Bilancio 2023. Per far sì che questo possa accadere è necessario avere una pensione inferiore al minimo.
Pur non essendo ancora arrivati a metà 2024, non può che essere interessante sapere come potrebbe cambiare la pensione minima nel 2025, in virtù della rivalutazione che viene fatta ogni anno.
A condizionare la decisione, come detto, è l’inflazione. Almeno per ora è possibile fare un conteggio sulla base della stima contenuta nel Def: se non ci saranno cambiamenti, questa sarà pari all’1,6%. La soglia minima potrebbe così salire di 9,57 euro, arrivando così a 608,18 euro (7.906 euro circa l’anno).
Non ci sono invece ancora certezze da parte del governo in merito alla conferma della rivalutazione straordinaria, pari al 2,7%. Non è escluso, in virtù delle risorse disponibili attualmente, che l’importo possa addirittura essere più basso rispetto a quello attuale (614 rispetto a 608 euro).
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