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Pensione di reversibilità, nel 2024 cambia tutto: chi continuerà ad averne diritto

Il 2024 porterà tanti stravolgimenti per quanto riguarda le pensioni. Importanti novità anche sul fronte delle pensioni di reversibilità.

L’anno che inizierà tra poche settimane sarà un anno ricco di novità sul fronte delle pensioni di vecchiaia, delle pensioni anticipate e anche delle pensioni di reversibilità.

Pensione di reversibilità 2024
Importanti novità sulle pensioni di reversibilità/ Lamiapartitaiva.it

Sebbene una riforma strutturale delle pensioni non sia stata fatta, nel 2024 le novità in ambito previdenziale saranno tantissime. A partire dalle misure di pensione anticipata che cambieranno in modo radicale in alcuni casi. L’opzione che subirà più cambiamenti sarà Quota 103 che, dal prossimo anno, potrebbe non essere più così conveniente per i lavoratori.

Ma non è tutto. I cambiamenti riguarderanno anche il sistema di calcolo degli assegni pensionistici che potrebbero subire tagli importanti. Infine, non da ultimi, in arrivo novità anche per quel che riguarda la pensione ai superstiti, meglio conosciuta con il nome di pensione di reversibilità.

Pensione di reversibilità: cosa cambierà nel 2024

Con la manovra di Bilancio 2024, il Governo di Giorgia Meloni ha introdotto cambiamenti significativi e importanti nel mondo delle pensioni. Cambiamenti che, sicuramente, non incontreranno l’approvazione di tutti. Vediamo cosa succederà alle pensioni di reversibilità.

Pensione di reversibilità come funziona
A chi spetta la pensione di reversibilità/ Lamiapartitaiva.it

La pensione ai superstiti – o pensione di reversibilità – spetta al coniuge o ai parenti prossimi di un lavoratore defunto che aveva versato i contributi previdenziali. L’importo della pensione ai superstiti cambia in relazione a due fattori: i contributi versati dal defunto e chi andrà a ricevere l’assegno previdenziale di reversibilità.  Se, ad esempio, una persona muore giovane e con pochi anni di contributi, l’assegno di reversibilità sarà molto più basso di un lavoratore morto ad un passo dalla pensione di vecchiaia.

La pensione di reversibilità spetta in percentuali diverse a seconda di chi è il percettore. La moglie del defunto può ricevere l’assegno di reversibilità al 100% solo se la coppia ha almeno due figli; in caso di un figlio solo il coniuge riceverà l’80% mentre in assenza di figli la percentuale scende al 60%.

Se il defunto non aveva più il coniuge, allora la pensione ai superstiti spetterà ai familiari più prossimi. Anche in questo caso secondo percentuali differenti. In caso di un solo figlio minorenne o non economicamente autonomo, la percentuale della reversibilità sarà del 70%; se i figli sono due sarà dell’80% e del 100% se i figli sono più di due. Un genitore può ricevere il 15% dell’assegno di reversibilità del figlio defunto se versa in condizioni di indigenza; se entrambi i genitori hanno una pensione al di sotto di una certa soglia allora riceveranno il 30% della pensione di reversibilità del figlio deceduto. Stesso discorso vale anche in caso di fratelli o sorelle che non lavorano: 15% per un fratello o una sorella e 30% per due fratelli o sorelle.

Se una persona ha già di suo una pensione superiore a 3 volte il trattamento minimo dell’Inps, l’assegno di reversibilità verrà decurtato del 25%. Se la pensione del superstite è compresa tra 4 e 5 volte l’importo del trattamento minimo la decurtazione dell’assegno di reversibilità sarà del 40% mentre chi ha una pensione che supera di 5 volte il trattamento minimo dell’Inps potrà ricevere solo il 30% dell’assegno di reversibilità.

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